I Sentieri della Libertà. Valli Borbera e Spinti #2

Sentiero n.2 – Da Stazzano a Pertuso

Come si arriva:

Autostrada A7 Milano/Genova uscita Serravalle Scrivia oppure Vignole Borbera
Caratteristiche dell’itinerario:

  • Partenza dal centro del paese di Stazzano ed arrivo a Pertuso percorrendo la cresta che domina da nord il corso del Borbera;
  • Dislivello in salita: 300 m. circa;
  • Tempo di percorrenza a piedi: ore 6.00 circa.

Periodo consigliato e equipaggiamento:

  • Aprile/Novembre: il percorso è per escursionisti, famiglie e scolaresche. Equipaggiamento da escursionismo leggero.

Il sentiero veniva utilizzato sia per salire nelle zone partigiane da parte di giovani della pianura, sia dai partigiani per avvicinarsi alle zona in cui effettuare incursioni contro i nazifascisti. Si parte dal centro di Stazzano e per dolce e panoramica salita seguendo le indicazioni si giunge alla Masseria Baiardo o Cascina Rughé.

La famiglia Merlo, ed in particolare le sorelle Piera e Conci, davano ricetto, nascondiglio ed assistenza a tutti quelli che sceglievano la lotta partigiana. Avevano tre paia di vestiti di scorta che fornivano ai giovani quando passavano affamati e pieni di pidocchi: i vestiti che ricevevano in cambio erano immediatamente immersi nel grosso paiolo pieno di acqua bollente per spidocchiarli. Un forno nascosto sotto sassi e tavole costituiva un nascondiglio quando si temevano passaggi di truppe tedesche o fasciste: d’inverno si stava caldi, ma d’estate era un tormento.

Superato un tratto altimetricamente un po’ più mosso uscendo da un bosco nel quale si possono incontrare cinghiali (inoffensivi se non disturbati) si giunge nello spiazzo, panoramicamente notevole, sul quale sorge il Santuario della Madonna della Neve o Madonna di Cà del Bello, ove conviene sostare per ristorarsi ed ammirare il panorama e gli edifici.

La prima piccola costruzione del Santuario fu benedetta nel 1672, ed ampliata dapprima nel 1757 ed ancora nel 1868 con l’aggiunta del coro in muratura e del coro ligneo; infine negli anni trenta del ‘900 si aggiunsero le due navate laterali, anche grazie alle offerte degli emigrati nel Sudamerica. Il Santuario è gestito dalla comunità di Borghetto (cui è collegato da un facile sentiero) ed è meta di passeggiate, processioni e celebrazioni.

A breve distanza si giunge sul luogo ove sorge la croce in memoria del partigiano Rino Ghion “Tricoli”. La mattina dell’11 aprile 1945 tre partigiani stanno rientrando dopo una missione notturna a Cassano Spinola: sono già passati dalla cascina Rughè e hanno salutato la famiglia Merlo, in giro si sente odore di primavera ma soprattutto odore di fine della guerra: i tre giovani portano con sé un cavallo preso ai tedeschi.

Hanno percorso solo 500 metri quando vengono intercettati da una pattuglia della divisione Turkestan salita da Borghetto dove aveva sede un distaccamento tedesco. Tricoli è ferito gravemente ad un’anca e rimane sul terreno; Emilio Gambari “Ottimo”, pur ferito allo sterno da una pallottola di rimbalzo, corre via e si rifugia, con la camicia inzuppata di sangue, alla cascina Rughé dove la pallottola, superficiale, gli viene estratta con le pinze e riceve medicazione e ristoro; il terzo partigiano (rimasto sconosciuto) fa perdere le proprie tracce.

Altri partigiani presenti in zona accorrono e dopo un breve scontro costringono i tedeschi alla ritirata: ma sul terreno giace “Tricoli”, morto non per la ferita riportata, bensì ammazzato a sassate dai “mongoli”.

Superata la croce, lungo il crinale si ha sul lato destro la zona pianeggiante del torrente Borbera nel tratto compreso fra Vignole e Persi fino all’imbocco delle cosiddette “strette” , mentre sulla sinistra si estende la pianura del Novese e del Tortonese.

Seguendo il tracciato, escludendo la frazione di Albarasca di Stazzano, dopo un breve tratto di strada asfaltata in direzione Sorli, si giunge al borgo medievale di San Martino.

Questo borgo è stato oggetto di rastrellamento ad opera dei nazifascisti nel 1944 e bombardato due volte (primo bombardamento alleato nella notte fra il 9 ed il 10 agosto 1944 con due morti; secondo bombardamento nella seconda decade dello stesso mese, fortunatamente senza vittime). Va ammirata la bella ed antica chiesa di San Martino.

Superato San Martino, dopo l’ultima casa isolata detta “Il Basticone” e percorsi una cinquantina di metri, il sentiero sale a destra verso i ruderi del castello medievale di Sorli, in tempi recenti oggetto di restauri e di cura appassionata di cittadini attivi culturalmente in zona. Il castello era sede del distaccamento partigiano “Repetti” e punto strategico di avvistamento.

Proseguendo si percorre la vecchia strada comunale per Cuquello-Sardigliano (indi Cassano Spinola-Villalvernia-Tortona), importante via percorsa dai partigiani per i rifornimenti ma anche dai tedeschi per il rastrellamento dell’autunno 1944, che arrivarono da quella direzione all’alba.

Proseguendo invece dai ruderi sul crinale verso est la strada sopra la frazione Prato si biforca: a sinistra incresta a piccole colline conduce a Malvino quindi Bavantore e Sant’Agata Fossili; ecco un’ulteriore via di fuga in caso di necessità.

A destra si arriva alla frazione Guasconi, quindi Cervari e infine Poggio, superata la quale, camminando verso est, cioè verso Garbagna, percorsi cinque-seicento metri ci si trova a sinistra la ex cascina Ferrarazzo, oggi ristrutturata, in corrispondenza della quale la strada asfaltata, con stretta curva a sinistra, immette nella Val Grue. Poche decine di metri oltre la curva si incontra, a destra, la confluenza di una stradina sterrata.

Percorrendola in costa si giunge dopo un buon tratto al villaggio di Calvadi e da qui, percorrendo la strada inghiaiata, si giunge alla Bocchetta del Barilaro.

Da qui scendendo a destra e passando per Riva Rossa si arriva alla casa cantoniera sulle “strette”; invece proseguendo diritto e scollinando attraverso costa Merlassino si arriva a Pertuso.

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