Mostre

Fascismo. Mostra PERCHÉ NON ACCADA MAI PIÙ. LIBRI FASCISTI PER LA SCUOLA. Il testo unico di stato (1929-1943). La mostra, composta da 25 pannelli, illustra l’azione del fascismo nelle scuole e i contenuti veicolati dalla propaganda attraverso i libri scolastici, specie nelle scuole elementari. L’istituzione del testo unico di stato per le scuole italiane costituì una tappa fondamentale per la creazione del consenso e dell’indottrinamento da parte del regime fascista: accadde il 7 gennaio 1929 con l’istituzione di una commissione nazionale di funzionari ed intellettuali asserviti al regime.  Con la scelta del testo unico il fascismo poneva una pietra tombale sulla libertà di insegnamento e apprendimento nella scuola italiana.
La mostra  si propone di documentare come il regime fascista abbia usato il testo unico di stato, utilizzato da milioni di bambini nella scuola elementare, per un’opera di vera e propria educazione fascista fondata su alcuni capisaldi fondamentali: primo fra tutti il valore della guerra come strumento di espansione e di affermazione dell’Italia fascista e, insieme, il tema della discriminazione razziale divenuto gradualmente centrale per il regime. La mostra è stata promossa da Associazione di iniziativa culturale, con la collaborazione della Fondazione “Luigi Micheletti” di Brescia e con il patrocinio della Rete nazionale “Ferruccio Parri” e della Fondazione Campo Fossoli di Carpi.

Resistenza. Mostra CON LE ARMI SENZA LE ARMI. Partigiani e società civile in Piemonte (1943-1945), realizzata dagli Istituti piemontesi per la storia della Resistenza e della società contemporanea in occasione del 50° anniversario della Liberazione, è nata da due intenti, entrambi ambiziosi e di non facile realizzazione: fornire, a cinquanta anni di distanza, un approccio alla Resistenza fondato su un’interpretazione nuova e stimolante, basata su ricerche originali, senza sacrificare l’impatto comunicativo; e presentare i caratteri originali della lotta in Piemonte, dando insieme spazio alle sue varianti e articolazioni locali, dalle quali soprattutto può emergere la stretta relazione fra guerra partigiana, territorio, società civile.

La mostra è divisa nelle seguenti sezioni: introduzione; cronologia; la scelta; l’identità; la quotidianità; la società; il controllo del territorio; pietà l’è morta; l’insurrezione; la liberazione; l’idea del futuro.

È costituita da 60 pannelli 70×100.

Deportazione. Mostra IL TRENO DI TERESIO “Qui non ci sono che uomini”. I ribelli del trasporto, Bolzano- Flossenbürg 5-7 settembre 1944.

La mostra è frutto della collaborazione dell’Isral con la sezione ANED di Pavia ed è dedicata al trasporto partito da Bolzano il 5 settembre e diretto al campo di Flossenbürg situato nel nord-est della Baviera vicino al confine con la regione dei Sudeti. Il KL Flossenbürg fu aperto il 3 maggio 1938 e i primi italiani, provenienti da altri Lager, arrivarono già nel 1943. Successivamente, tra il settembre 1944 e il gennaio 1945, vi furono deportati all’incirca 2600 italiani con tre trasporti partiti da Bolzano (settembre e dicembre 1944, gennaio 1945) e due da Trieste (dicembre 1944 e gennaio 1945). Circa un terzo degli italiani (1.077) è sicuramente morto nel lager, dei due terzi rimanenti attualmente è documentata soltanto la liberazione di 180 deportati.

Tra i deportati spicca la figura di Teresio Olivelli, esponente di area cattolica che è stato ricordato da tutti i superstiti come esempio di difesa della propria e altrui umanità nel lager. Per il suo atteggiamento caritatevole e per la morte avvenuta per difendere un compagno, Olivelli è stato proclamato Beato il 3 febbraio 2018.

La mostra ricostruisce questo primo trasporto partito da Bolzano il 5 settembre 1944 con un carico di 432 persone, consta di 27 pannelli su roll up (2metri x 1 metro), facilmente trasportabili per l’esposizione nelle varie realtà regionali e nazionali.

Confine orientale. Mostra FASCISMO,  FOIBE, ESODO

In occasione della “Giornata del ricordo”, istituita nel 2004 dal Parlamento nel giorno 10 febbraio in memoria delle vittime delle foibe, la Fondazione Memoria della Deportazione ha preparato una mostra documentaria in 10 pannelli (dimensione cm 100 x 70) dal titolo “Fascismo, foibe, esodo”.

La mostra è stata realizzata da Bruno Enriotti, nel 2006 direttore della Fondazione Memoria della Deportazione, con la collaborazione di Angelo Ferranti, grafica di Franco Malaguti e Marco Micci e cartografia di Isabella Cavasini, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Lombardia.

Confine orientale. Mostra L’ISTRIA, L’ITALIA, IL MONDO. 
Progetto scientifico: Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società
contemporanea ‘Giorgio Agosti’, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, a  cura di Enrico Miletto. L’ esodo di gran parte della popolazione italiana dell’Istria di Fiume e della Dalmazia, rappresenta uno dei passaggi più travagliati della storia contemporanea italiana.
Uno spostamento forzato di popolazione che coinvolge circa 350.000 persone che, costrette a lasciare la propria terra nativa, si dirigono sia verso i territori italiani, dove trovano ospitalità all’interno dei molti campi profughi sparsi all’interno della penisola, sia verso mete più lontane
come l’Australia o il continente americano.
Una traiettoria che tocca in modo significativo anche Torino, il Piemonte,  e il nostro territorio, con la Caserma “Passalacqua” di Tortona e le “casermette ” di Alessandria.
Attraverso l’utilizzo di 16 pannelli espositivi saranno così toccati i temi della partenza dalla terra d’origine, dell’arrivo e dell’accoglienza, prima in Italia e poi a Torino, della vita nei campi profughi e in quello cittadino.
Un viaggio che dà voce alla storia di un’intera comunità che, con il tempo, è riuscita ad integrarsi nella realtà sociale ed urbana cittadina fino a diventarne parte integrante, pur mantenendo vivo il significato delle proprie origini.