Esther Bejarano: un addio alla musicista

12 July 2021

Il 10 luglio 2021 ci ha lasciato a 96 anni Esther Bejarano, una delle ultime musiciste viventi che suonò nell’orchestra femminile di Auschwitz.

Abbiamo avuto il grande privilegio di ospitarla all’Isral e di ascoltarla al Teatro Alessandrino il 28 gennaio 2011 per il Giorno della Memoria, accogliendo la proposta del Goethe-Institut Turin, in collaborazione con il Consiglio Regionale del Piemonte: una serata di musica e di racconti che aveva elettrizzato la platea.

Due anni dopo, il 23 gennaio 2013, l’avevamo nuovamente incontrata, per la presentazione del libro Esther Béjarano, La ragazza con la fisarmonica. Dall’orchestra di Auschwitz alla musica RAP (Edizioni SEB27 – Feliz).

In quel concerto, ancora per il “Giorno della Memoria”, aveva avuto come partner Gianni Coscia (fisarmonica) e Joram Béjarano (chitarra e basso); proprio in quella occasione era iniziata la sua collaborazione con Gianni Coscia, che aveva portato ad una fortunata tournée in Italia.

Nata Esther Löwy il 15 dicembre 1924 a Saarlouis, da una famiglia di musicisti, fu deportata ad Auschwitz nel 1943.  Sopravvissuta con l’aiuto della musica (imparò a suonare la fisarmonica, lei che originariamente era una pianista) Esther Béjarano si salvò fuggendo insieme ad altre sei compagne di prigionia durante la marcia della morte da Ravensbrück, imposta ai prigionieri dalle SS che volevano sgombrare il campo per cancellare i loro crimini dalla storia.

Dopo la guerra Esther emigrò in Palestina, ma nel 1960 insieme al marito e ai figli ritornò in Germania, rifuggendo la coscrizione obbligatoria e inseguendo la speranza di un’agognata pace.

In Germania Esther Béjarano è stata co-fondatrice e presidente del Comitato di Auschwitz in Germania nonché presidente onoraria dell’Associazione perseguitati dal regime nazista (VVN-BdA).

Nel 2008 è stata insignita con il più alto grado di onorificenza assegnato dallo Stato tedesco il Bundesverdienstkreuz (paragonabile alla Medaglia d’oro al valore civile)

Costante è stato il suo impegno artistico e civile contro i rigurgiti di fascismo e razzismo; Esther cantava – insieme alle parole e alla musica di Mikis Theodorakis, di Nazim Hikmet, di Bertolt Brecht – la pace, l’esilio, la resistenza e la lotta degli esseri umani per una società più giusta.

Esther eseguiva con i figli Edna ed Joram nel loro gruppo Coincidence il tradizionale repertorio di canti antifascisti, libertari e pacifisti in yiddisch, turco, greco, ebraico e in altre lingue e, negli ultimi anni, con un gruppo di  musicisti rap/hip hop, i Microphone Mafia, ha divulgato ai giovani la sua testimonianza di artista e di sopravvissuta, cantando  contro ogni forma di razzismo e di discriminazione.