Narrazione multietnica interattiva

27 September 2003

Premessa al Laboratorio di Narrazione multietnica interattiva

La Commissione della Comunità Europee, nella Relazione annuale sulle pari opportunità per le donne e gli uomini nell’Unione Europea 2002, sostiene che “la società europea è fondata sui principi dei diritti umani, della parità tra donne e uomini e della non discriminazione”.

La Regione Piemonte, d’altro canto, ha al suo interno un programma di interventi a favore degli stranieri. Ci è sembrato doveroso che una Commissione per le Pari Opportunità aprisse spazi alla prospettiva multiculturale con problematiche di genere, ideando nuovi percorsi di integrazione e coesione.

Emigrazione e Solidarietà“. Questo il tema di uno dei gruppi di lavoro all’interno della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Alessandria di cui sono membro effettivo.

L’argomento, di per sé complesso, mi ha suggerito una serie di riflessioni. Le migrazioni sono state troppo spesso confinate ai margini della storia. Masse silenziose, consapevoli della loro diversità, portatrici di identità e di cultura, ma troppo impegnate nella lotta per la sopravvivenza per essere consapevoli dei propri diritti.

Il mio pensiero è subito andato alle tante donne vissute nell’ombra, quasi chiedendo scusa di esistere, vergognandosi, spesso, delle proprie origini. Quanti i casi di mimetismo linguistico?

Le donne immigrate, da sempre, ritagliano, all’interno delle città, e quindi anche della nostra, una propria realtà fatta di spazi ristretti e separati. Ad esempio: quali sono le occasioni di comunicazione con la comunità alessandrina?

Questo progetto che nasce all’interno della Commissione Provinciale per le Pari Opportunità, si propone proprio, attraverso la forma comunicativa della narrazione e poi della sua elaborazione teatrale, un tentativo sperimentale di accorciare le distanze tra “noi” donne ospitanti e “loro” ospitate: una migliore conoscenza può forse instaurare una solidarietà meno formale.

Raccontarsi per comunicare

Sempre più numerosa appare la componente femminile dell’emigrazione, dai paesi extracomunitari nella nostra città: non solo lo dicono le statistiche, ma basta percorrere le vie del centro per accorgersene. Che cosa sappiamo di queste donne? del loro modo di vivere, della loro cultura d’origine, della loro storia di migranti?

Viviamo accanto a donne di paesi diversi senza conoscerne la cultura e senza curiosità sul loro passato e sugli affetti (persone e luoghi) lasciati in patria. Questa disinformazione porta ad allontanare e isolare il gruppo migrante, aprendo spiragli pericolosi a reazioni xenofobe.

Penso che la comunicazione narrativa (parlare di sé, raccontarsi) sia un bisogno umano di sempre, così come quello di sentirsi raccontare storie. Nel raccontare sé stessi (e chi lavora sulle “fonti orali lo sa bene, sia esso psicologo o storico dell’oralità) si mescolano la vita e la favola, il sogno e la realtà, il proprio vissuto e il proprio immaginario: in una parola, ci si autorappresenta, definendo meglio la propria identità personale e collettiva.

Il racconto orale è circolare, ed è come un’esperienza che passa di bocca in bocca, fino a trasformarsi in una memoria educativa, spesso con funzione liberatoria e/o terapeutica in senso lato. Sapere, o meglio sentire di poter raccontare, è richiamare alla memoria un’esperienza, trasmetterla, donarla. Allora, perché non permettere a queste donne di regalarci il racconto del proprio vissuto e permettere a noi di regalare loro il racconto del nostro?

Questo dono e controdono, questa forma di scambio “equo e solidale”, compiuto all’interno di un progetto di genere, finalizzato alle pari opportunità, porterebbe sicuramente ad una conoscenza reciproca più autentica, non inficiata da pregiudizi e barriere ideologiche.

Come realizzare questo obiettivo?

Penso ad un Laboratorio di narrazione multietnica e interattiva, centrato su temi di vita vissuta, ipoteticamente così strutturato:

  1. Indagine conoscitiva sulla realtà delle donne immigrate in provincia di Alessandria;
  2. Individuazione di un gruppo femminile formato da 10-15 donne straniere e non, con cui lavorare. Raccolta di testimonianze: storie di vita, fotografie, oggetti simbolici, canti, proverbi, modi di dire, usanze, cibi tradizionali ecc.;
  3. Laboratorio di narrazione interattiva, condotto da un operatore teatrale esperto nel settore (Guido Castiglia, Nosoloteatro, v. scheda allegata), dove avvenga un racconto-scambio di vissuti e di cultura dei paesi d’origine;
  4. Elaborazione dei materiali sotto forma di comunicazione teatrale da presentare al pubblico da parte delle stesse protagoniste narratrici, guidate e dirette dal regista, come Storia per immagini, parole e musiche.

Per la realizzazione del Laboratorio si intende avvalersi della consulenza scientifica dell’ISRAL (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria) che negli anni ha realizzato molteplici esperienze, sia nello specifico delle fonti orali – basti pensare al Centro di cultura popolare “G. Ferraro” coordinato da Franco Castelli – sia in quello più generale della ricerca sul rapporto storia-memoria e sulle modalità di trasmissione dì quest’ultima, con attenzione anche pedagogico-didattica. Fra le tante, val la pena di ricordare l’indagine “Generi e generazioni. Pensare le parole del Novecento”, realizzata dalla Sezione Didattica coordinata da Luciana Ziruolo.

Sia il prof Castelli che la prof. Ziruolo fanno parte della commissione giudicatrice del concorso “Storie di immigrazione” organizzato dalla Regione Piemonte con la Provincia e con la collaborazione del quotidiano “La Stampa” e dell’ISRAL. Il concorso ha vinto nel maggio scorso il premio della terza edìzione.

Vittoria Russo
Coordinatrice del Gruppo Emigrazione e Solidarietà
Commissione Provinciale Pari Opportunità

NARRAZIONE MULTIETNICA INTERATTIVA

In base alla tipologia di lavoro da intraprendere e ai contenuti da elaborare, abbiamo considerato una cadenza regolare di incontri di tre ore ciascuno, per un totale di 8 incontri di preparazione e allestimento di una comunicazione narrativa, 2 ore di prova sul luogo di rappresentazione finale e 2 ore per la rappresentazione vera e propria, per un totale di 30 ore di lavoro. La sede degli incontri sarà la Sala conferenze di Palazzo Guasco (via Guasco 49, AL), mentre la rappresentazione finale avverrà nella Sala Ferrero del Teatro Comunale di Alessandria.
Il calendario è stato definito sulla base degli impegni generali della compagnia e quindi difficilmente modificabile.

CALENDARIO DEGLI INCONTRI

  1. 03 Ottobre 2003 dalle ore 19.30 alle ore 22,30
  2. 10 Ottobre 2003 dalle ore 19,30 alle ore 22,30
  3. 17 Ottobre 2003 dalle ore 19, W alle ore 22,30
  4. 22 Ottobre 2003 dalle ore 19,30 alle ore 22,30
  5. 29 Ottobre 2001 dalle ore 19,30 alle ore 22,30
  6. 05 Novembre 2003 dalle ore 19,30 alle ore 22,30
  7. 14 Novembre 2003 dalle ore 19,30 alle ore 22,30
  8. 19 Novembre 2003 dalle ore 19,30 alle ore 22,30
  9. 29 Novembre 2003 dalle ore 15,00 alle ore 18,00 e dalle ore 20,00 alle ore 23,00