Concorso di Storia Contemporanea 2007/2008

17 September 2007

Il Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana propone, per l’anno scolastico 2007/2008, alcuni temi di ricerca per gli studenti delle Scuole superiori, inerenti la storia contemporanea.

Accogliendo queste proposte, il Consiglio regionale, le Province piemontesi, la Direzione generale regionale per il Piemonte del Ministero all’Istruzione, hanno indetto l’annuale concorso riservato agli studenti delle Scuole superiori della Regione sui seguenti temi:

Testo n. 1

Il film è istruttivo, descrive la guerra, ne mostra i lati orribili, ma al tempo stesso, se a lavorarci è un grande artista, mette in evidenza i nodi storiografici più impegnativi, innanzitutto pone alla nostra coscienza il dilemma pace-guerra.

I grandi registi del Novecento si sono cimentati con il secondo conflitto mondiale, affrontandone le sue diverse parti, singoli episodi di storia locale oppure grandi avvenimenti epocali.

Talora, non sempre, il cinema ha tratto spunto dalla letteratura o anche dalla saggistica e dalla critica storica. Anche il cinema italiano ha contribuito a spiegare questioni intricate come la disfatta dell’8 settembre, la lotta partigiana, l’internamento militare, la deportazione politica e razziale.

Tenendo presenti le specificità tecniche del mezzo cinematografico (documentario, fiction, serie televisive, cinema d’autore) e confrontando queste specificità con il tema della rappresentazione della guerra in termini artistici generali prova a tracciare una breve sintesi che affronti uno dei problemi che la Seconda guerra mondiale ha lasciato in eredità a noi posteri: il tema della violenza, della guerra contro i civili, dell’occupazione militare, della lotta nella clandestinità, della prigionia, della tortura.

Bibliografia

– Aa.Vv. Cinema, storia, resistenza. 1944-1985, Milano, F. Angeli, 1987;

– P.Gobetti (a cura di), Il sole sorge ancora. 50 anni di Resistenza nel cinema italiano, vol. I (I film della rassegna), Torino, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza/Centro sperimentale di cinematografia, Cineteca nazionale/Regione Piemonte, 1994;

– P. Olivetti (a cura di), Cinema e Resistenza in Italia e in Europa, Torino, Regione Piemonte/ Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, 1997;

– G.Crainz, A.Farassino, E.Forcella, N.Gallerano, La Resistenza italiana nei programmi della RAI, Roma, RAI-ERI, 1997;

– G. Crainz, I programmi televisivi sul fascismo e la Resistenza, in Fascismo e antifascismo. Rimozioni, revisioni e negazioni, a cura di Enzo Collotti, Bari-Roma, Laterza, 2000.

Cinema e Resistenza, a cura di Sara Cortellazzo e Massimo Quaglia. – Torino : Celid, 2006.

– R. Greenspun, Cinema e televisione, in W. Laqueur, Dizionario della Shoah. Ed. italiana in brossura, Torino Einaudi, 2007, pp. 154 e ss.

Testo 2

Nella Costituzione italiana, di cui stiamo celebrando il 60° Anniversario, gli articoli 2.-10-16-22-26 esprimono per il cittadino italiano, ma anche per lo straniero, l’assoluta illegittimità di ogni forma di esilio per motivi politici.

Ripercorrendo idealmente gli ultimi 160 anni di storia italiana (dalla promulgazione dello Statuto Albertino del 1848), lo studente può:

1. evidenziare i percorsi culturali, sociali e politici che hanno fatto del Piemonte (e di Torino in particolare), nel periodo dal 1849 al 1860, il luogo di accoglienza di molti rifugiati politici italiani protagonisti della nostra storia nazionale;
2. considerare il ruolo di personaggi storici (quali Gramsci, Gobetti, Rosselli per indicarne alcuni) che hanno dovuto prendere la via dell’esilio nel ventennio fascista, nella storia e nella cultura italiana ed europea;
3. analizzare come l’esperienza di questi personaggi, unita a quella di tanti altri che hanno dovuto abbandonare l’Italia per sfuggire al totalitarismo e alle sue leggi razziali, riecheggi nella Costituzione italiana e nel percorso di unificazione europea.

Bibliografia

– U. Levra, Fare gli italiani. Memoria e celebrazione del Risorgimento, Torino, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1992

– P. Merlin, G. Ricuperati, G. Symcox, C. Rosso, Il Piemonte sabaudo, Torino, Utet, 1994

– S. Colarizi (a cura di), L’Italia antifascista dal 1922 al 1940, Bari, Laterza, 1976

– L. Rapone, Antifascismo, voce del Dizionario del fascismo, Torino, Einaudi, ed. in brossura, 2006, ad vocem

– F. Santi, Il retaggio dell’esilio. Saggi sul fuoruscitismo fascista, Rubbettino, Soneria Mannelli, 2000

– C. Pavone, Alle origini della Repubblica. Scritti sul fascismo, antifascismo e continuità dello Stato,
Torino, Bollati Boringhieri, 1995.

– Serge Cordellier – Dizionario di Storia e Geopolitica del XX Secolo – Mondatori, 2001

– Nicolas Pethes, Jens Ruchatz, a cura di Andrea Borsari – Dizionario della memoria e del ricordo – Bruno Mondatori, 2005

Testo 3

Ogni 11 del mese, da dodici anni, le donne di Srebrenica manifestano chiedendo verità.

È una mesta e silenziosa processione, una catena di mani che stringono cuscini ricamati con il nome e la data di nascita dei propri cari scomparsi. La manifestazione è per non dimenticare le vittime del massacro di Sebrenica avvenuto tra l’11 e il 21 luglio 1995 (le cifre ufficiali si aggirano sugli 8000 morti).

La Corte internazionale dell’Aja non ha riconosciuto la Serbia colpevole del genocidio ma soltanto di non aver fatto il necessario per prevenirlo.

Gli accordi di Dayton del dicembre 1995 hanno messo fine alla guerra che ha sconvolto l’ex Repubblica federale di Jugoslavia. La Bosnia Erzegovina è stata divisa in due entità ( la Federazione croato musulmana e la Repubblica Serba di Bosnia.). Le distruzioni materiali sono state enormi. Tra i tanti bisogni primari di una popolazione stremata dalle conseguenze del conflitto vi è il bisogno di giustizia.

Provate a riflettere sul groviglio di elementi che ha legittimato il conflitto.

Sono state così importanti le differenze culturali etniche religiose ai fini dell’utilizzo di pratiche quali gli stupri, le gravidanze forzate, i campi di sterminio? Come, dove, si aggirano i traumi subiti dalla popolazione civile? In assenza di risposte sarà difficile immaginare per quell’area geo-politica un futuro pienamente democratico.

Bibliografia

– Stefania Ballantini, La guerra in Bosnia Erzegovina negli anni Novanta. Pressioni psicologiche, violenze sui civili e i problemi della pacificazione, 2004, tesi di laurea università di Bologna

– Stefano Bianchini, La questione jugoslava, Firenze, Giunti, 1999;

– Eric Gobetti, L’occupazione allegra: gli italiani in Jugoslavia 1941-1943, Roma, Carocci, 2007;

– Luca Leone, Srebrenica. I giorni della vergogna, Roma, Infinito, 2005;

– Joze Pirjevec, Le guerre jugoslave. 1991-1999, Torino, Einaudi, 2006;

– Melita Richter e Maria Bacchi (a cura di), Le guerre cominciano a primavera. Soggetti e genere nel conflitto jugoslavo; Rubbettino, 2003;

– Tatiana Sekulic, Violenza etnica, Roma, Carocci, 2002.

La ricerca potrà essere realizzata attraverso lavori di gruppo (composto da un minimo di 5 ad un massimo di 7 studenti) articolati all’interno della classe, coordinati da un insegnante, e lavori individuali, e potrà essere condotta con la più ampia libertà dei mezzi di indagine e di espressione (elaborati scritti, disegni, fotografie, mostre documentarie, materiale audiovisivo o con lavori che si avvalgono di più mezzi espressivi).

Gli elaborati prodotti non dovranno superare di massima 50 cartelle di testo (2000 caratteri spazi inclusi) sia cartacee che su supporto informatico o multimediale; la durata dei video (vhs, dvd, etc.) non dovrà superare 60 minuti circa. Gli elaborati inoltre dovranno essere completi di una breve nota metodologica e bibliografica.

Gli insegnanti che hanno intenzione di partecipare con gruppi di studenti e gli studenti che intendono partecipare con lavori individuali, sono pregati di darne segnalazione al Consiglio regionale del Piemonte: Comitato affermazione valori della Resistenza e all’Assessorato all’Istruzione della Provincia di appartenenza, entro il 30 novembre 2007, indicando chiaramente il tema prescelto.

Gli elaborati dovranno essere inviati, previo accordo, all’Assessorato all’Istruzione della Provincia di appartenenza della Scuola (per quanto riguarda le scuole della Provincia di Torino al CE.SE.DI., Via Gaudenzio Ferrari, 1 – Torino) entro il 31 gennaio 2008.

Le Commissioni provinciali preposte all’esame dei lavori selezioneranno gli elaborati migliori. Gli autori di detti elaborati, accompagnati dall’insegnante che ha coordinato il lavoro, parteciperanno a spese del Consiglio regionale e delle Province piemontesi, ad un viaggio di studio con meta la visita di alcuni luoghi significativi in Italia e in Europa.

Si invitano le istituzioni scolastiche interessate a prevedere l’inserimento dell’iniziativa proposta in un cammino di crescita culturale e sociale dello studente che, attraverso l’analisi dei temi proposti, la cura degli elaborati e il conseguente viaggio di studio, preveda una veicolazione dell’esperienza all’interno della scuola stessa.

Importante diventa la riflessione, il più possibile aperta ad altri soggetti, sull’esperienza maturata di cui il viaggio premio rimane una tappa anche se significativa.