Laudatio di Maurilio Guasco in occasione del conferimento del titolo di “Professore Emerito”

18 November 2011

Lo scorso 15 novembre, presso la Sala lauree di Palazzo Borsalino ad Alessandria, si è tenuta la cerimonia di conferimento del titolo di Professore emerito a Maurilio Guasco.

Il professor Guasco è stato il primo direttore del nostro Istituto e a tutt’oggi fa parte del nostro Comitato scientifico.

Laudatio tenuta dal prof. Corrado Malandrino, Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Università del Piemonte Orientale:

Magnifico Rettore, Autorità, Colleghe e Colleghi, cari Studenti, Signore e Signori, la nostra Facoltà di Scienze Politiche per la prima volta ha deliberato nel 2010 l’avvio dell’iter che ha portato oggi al conferimento del titolo di Professore Emerito a un collega stimato e benvoluto come il prof. Maurilio Guasco.

Forse non tutti sanno che cosa significhi questo riconoscimento, perciò vorrei iniziare con un cenno amministrativo: tecnicamente, secondo la giurisprudenza, tutti i professori quando vanno in quiescenza perdono il diritto legale a fregiarsi del loro titolo, tranne appunto i “professori emeriti”, ai quali da quando ricevono il previsto riconoscimento ministeriale va dato altresì l’appellativo un po’ desueto di “colendissimo”, ossia di “molto rispettabile”, “degno di ossequio” e persino “di culto”.

Ma credo che il nostro Maurilio, per quanto degno di lode, non ambisca a diventare per ora oggetto di culto…

La “laudatio” che mi accingo a presentare è appunto un discorso teso a tracciare un profilo accademico, culturale e scientifico dell’emeritando, capace di metterne in luce i caratteri di prestigio e la chiara fama conseguita nella lunga carriera (non si dimentichi che possono ambire a questo titolo solo coloro che hanno raggiunto almeno 20 anni nell’ordinariato).

I nostri studenti conoscono il “prof.” Guasco come docente tra i più benvoluti, anche per l’umorismo e l’ironia che rendono più piacevoli le sue lezioni (ancor oggi egli incaricato di corsi nella Facoltà).

Ma ad Alessandria egli è molto più noto come “don” Maurilio, avendo egli svolto una doppia carriera in due istituzioni: l’Università e la Chiesa cattolica.

Nella prima ha raggiunto le posizioni di vertice e di maggior prestigio nazionale e internazionale; ma occorre sottolineare il ruolo da lui detenuto nella seconda (che pur gli è stata stata avara di riconoscimenti pubblici), dove a partire dagli anni Sessanta ha agito come sacerdote e intellettuale di riferimento, in città e nel più vasto mondo delle missioni, per il suo cattolicesimo sociale, impegnato, talora intransigente, ma sempre aperto al confronto e al dialogo con i confratelli, i fedeli, e con gli appartenenti ad altre fedi e ideologie, come apparirà più chiaramente nel seguito.

E non posso dimenticare di sottolineare il suo ruolo nel coordinamento delle attività dei nostri docenti tese a favorire gli studi e gli esami dei nostri iscritti detenuti nelle carceri alessandrine.

Notizie sulla formazione e sulle direttrici di ricerca di Guasco

Guasco consegue la licenza e il dottorato in Teologia nel 1963-64 presso la Pontificia Università Gregoriana – frequentata come alunno interno del prestigioso Collegio Capranica, con una tesi dal titolo Romolo Murri e il modernismo, pubblicata successivamente (grazie al premio come miglior tesi inedita) dalle Edizioni Cinque Lune di Roma.

Consegue nel 1966 anche la licenza in Scienze Sociali presso l’Institut Catholique di Parigi, presentando un lavoro dal titolo La naissance de la Démocratie chrétienne en Italie.

In questo saggio è ripresa e sviluppata una parte del volume Romolo Murri e il modernismo, dando maggiore attenzione alla nascita del primo movimento politico di democrazia cristiana voluto da Murri, ai suoi programmi e alle ragioni della sua fine. II testo è inedito.

Prende avvio con queste due opere una delle principali direttrici della pluridecennale ricerca di Maurilio Guasco, quella appunto sul fenomeno del modernismo e dei suoi maggiori protagonisti in Itala e in Francia.

Forse non è inutile ricordare – come con ben maggiore approfondimento farà Guasco nella sua lectio magistralis – che all’interno della Chiesa, scomparso Pio IX e terminata la lunga stagione dogmatica e repressiva del Sillabo, ha libero corso un dibattito positivo sulla dottrina sociale cattolica che ha nell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII (1891) l’affermazione più autorevole.

En passant, vorrei sottolineare che in essa viene tra le altre cose sancito – con riferimento alla Chiesa – il principio di sussidiarietà, secondo cui ogni azione sociale e statale dev’essere per natura sussidiaria, sostegno aggiuntivo da parte delle unità più elevate dello Stato e della società nei confronti delle minori, qualora queste non riescano per proprio conto ad assolvere a determinate funzioni.

Sulla scorta dell’apertura ai valori delle modernità, che sembra al momento irreversibile, si sviluppa nel cattolicesimo una visione decentralizzante e autonomista, a coronamento della quale prende piede, soprattutto in Italia e in Francia, il “modernismo”, un movimento proponente una riforma complessiva dell’atteggiamento della Chiesa rispetto alla cultura, alla scienza, alla politica, alla democrazia.

Su tutta questa materia Guasco, proseguendo nel suo approfondimento, pubblica un libro importante nel 1991 intitolato Dal modernismo al Vaticano II, e a questo seguirà il volume, Modernismo.

I fatti, le idee, i personaggi, pubblicato nel 1995 dalle Edizioni San Paolo, volume tradotto in francese e in spagnolo dalla casa editrice Herder, oggi considerato un classico per lo studio del modernismo. Anche su questo libro, che completa la serie delle ricerche sul modernismo, mi pare opportuno un breve commento.

II volume studia le premesse e le origini del modernismo, con attenzione al pensiero e all’evoluzione dei maggiori protagonisti stranieri (Maurice Blondel, Alfred Loisy, Georg Tyrrell) e italiani (Ernesto Buonaiuti e Murri).

Il modernismo afferma tra fine Ottocento e nei primi anni del ‘900 che i cattolici devono portare nella vita politica i valori della solidarietà sociale e coniugarli con la libertà e la democrazia (concezione emblematizzata nella formula del “guelfismo sociale”).

Su questo punto, coerentemente con la Rerum Novarum, e staccandosi dall’individualismo liberista, da cui si temono “nuove e più tristi diseguaglianze sociali”, i modernisti sostengono che per adempiere ai propri compiti politici e istituzionali è necessario che i cattolici diano vita al partito democratico-cristiano, che dev’essere assolutamente “non confessionale”, indipendente dalle gerarchie ecclesiastiche, per poter risultare concorrenziale con le altre forze politiche, quelle della tradizione liberale e i nuovi movimenti socialisti.

I cattolici devono pertanto operare nella sfera sociopolitica come cittadini e come credenti, e guardare alla democrazia come realizzazione dell’elemento “popolare”, del rapporto solidaristico tra istituzioni e società civile.

Rispetto alla radicalità di talune espressioni politiche non tardarono a prodursi gli interventi censori dell’autorità ecclesiastica.

Guasco analizza le conseguenze di tali interventi, che finirono per coinvolgere anche personaggi non accusabili di eresia.

Infine presenta quanto rimane di quel periodo di crisi ma anche di grande fermento intellettuale. Guasco va oltre l’individuazione di colpe e meriti, per cercare di capire le ragioni per cui da una parte si è creduto di aprire con delle condanne la strada alla verità, e dall’altra non si è saputo attendere con pazienza il trionfo della stessa verità.

Egli constata che per tanti anni il modernismo ha rappresentato una specie di tabù nella storiografia ecclesiastica, la sintesi di tutte le eresie e di tutti i mali; i suoi protagonisti venivano indicati come i peggiori nemici del cattolicesimo e della Chiesa.

In anni più recenti si è meglio compreso il ruolo che le loro ricerche, i loro stessi errori, hanno svolto per preparare il terreno a quel confronto con il mondo moderno e i nuovi orientamenti della ricerca scientifica a cui la Chiesa non poteva sottrarsi.

Notizie sulla carriera accademica di Maurilio Guasco

Dopo aver frequentato sul finire degli anni Sessanta il biennio di specializzazione in Sociologia religiosa, allievo di Gabriel Le Bras, presso la V sezione della celebre École pratique des Hautes Etudes di Parigi, Guasco avvia all’inizio degli anni Settanta la sua attività di docente incaricato (stabilizzato dal 1973-74) di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Torino.

Diventa nel gennaio 1980 professore straordinario, e quindi ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Padova (sede staccata di Verona); rientra dal 1985 presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino dove insegna Storia del pensiero politico contemporaneo fino al 1992.

Dal 1 novembre 1992 opta per diventare professore ordinario della stessa materia nella seconda facoltà “gemmata” di Scienze Politiche di Alessandria, ed è nel 1998 tra i fondatori della nostra Facoltà di Scienze Politiche nel neonato Ateneo Amedeo Avogadro del Piemonte Orientale, dove insegna fino al 31 ottobre 2010 essendone stato per molti anni il decano.

Il collega Guasco ha svolto la sua prevalente attività di ricerca dal 1980, anno di istituzione di dipartimenti autonomi, presso il Dipartimento di Studi Politici dell’Università di Torino e poi presso il Dipartimento POLIS dell’Università del Piemonte Orientale, di cui è stato anche direttore dal 2001 al 2004.

Un aspetto importante, sia per la continuità sia per il ruolo di organizzazione e coordinamento svolto, riguarda l’attività di direzione e di docenza nel Dottorato di Storia del pensiero politico e delle Istituzioni politiche, di cui è stato coordinatore dal 1986 al 2004; Dottorato che aveva sede presso l’Università di Torino e come sedi consorziate le Università di Bologna, Genova, Pavia e Milano.

Nel corso degli anni Ottanta è stato membro di commissione del CNRS del Ministero per l’Università francese e ha fatto parte di commissioni di concorso presso le Università di Paris-Sorbonne, Paris-Nanterre, Brest, Lille e Lione.
Dal 2007 è rappresentante dell’Università del Piemonte Orientale nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

Alcune informazioni ora sulla sua attività didattica svolta in altre sedi prestigiose: Guasco ha tenuto seminari e lezioni presso le università La Sapienza di Roma, invitato dal prof. Pietro Scoppola; presso l’Istituto Sturzo, invitato dal prof. Gabriele De Rosa; presso l’Università Paris-Sorbonne, invitato dal prof. Jean-Marie Mayeur; presso l’Università Paris-Nanterre, invitato dal prof. Philippe Levillain; presso l’École pratique des Hautes Études, invitato dal prof. Émile Poulat; presso la Fondation des Sciences Politiques di Parigi, invitato dal prof. René Rémond.

Ha inoltre diretto seminari o presentato relazioni a Congressi scientifici presso le Università di Lovanio, Strasburgo e Friburgo (Svizzera) e quindi in diversi Paesi dell’America latina: Brasile, Argentina, Perù, Bolivia, Colombia, Cile, Equador, Venezuela, Paraguay, Cuba. È stato invitato come relatore presso l’Università di Stato e l’Università cattolica di Lisbona e presso l’Università di Stato di Buenos Aires.

Contributi culturali del prof. Guasco

Negli anni Settanta, a testimonianza del ruolo da lui giocato come intellettuale cattolico pronto al confronto e al dialogo con le correnti socialiste, comuniste e marxiste, è stato tra i fondatori dell’Istituto per la Storia della Resistenza in provincia di Alessandria (ISRAL), e nel 1978 è stato tra i fondatori, e direttore per venti anni, del “Quaderno di Storia contemporanea” di tale Istituto. Nel corso degli anni Ottanta ha fatto parte del direttivo nazionale degli Istituti di Storia della Resistenza.

È stato per vari anni membro del Comitato scientifico di diverse riviste scientifiche, tra le quali “Italia Contemporanea, Humanitas”, e di riviste di approfondimento religioso quali gli “Archives des Sciences Sociales des Religions”, la “Rivista di Storia e Letteratura religiosa”, “Fonti e Documenti”, “Ricerche di Storia sociale e religiosa”, “Itinerari”, “Cristianesimo nella storia”.

Collabora regolarmente con altre riviste scientifiche soprattutto in ambito storico e politologico, e pubblica recensioni e note critiche sulla “Revue d’Histoire Ecclésiastique” di Lovanio.

Guasco è stato per diversi anni membro della giuria del prestigioso premio “Acqui Storia”, premio di cui è poi anche stato vincitore nel 1998 con il volume, pubblicato da Laterza nel 1997, Storia del clero in Italia dall’800 a oggi.

Alcune parole su quest’opera che rappresenta l’altra grande direttrice di ricerca di Maurilio, accanto ai saggi sul modernismo. Dopo una breve introduzione di carattere storico e terminologico, il lavoro prende in considerazione l’evoluzione del clero nelle varie regioni italiane dall’Ottocento a oggi, tenendo presente il contesto storico nel quale si trova ad operare.

Mette poi in risalto la grave crisi numerica, successiva al Concilio Vaticano II (anche se non certo conseguenza diretta del Concilio stesso) per poi presentare i dibattiti attuali sul ruolo e la collocazione del clero nella società contemporanea.

La tesi di fondo è la seguente: diviso tra professione e missione, a partire dal 1870 il clero italiano (talora inneggiante al nuovo Stato Nazionale, talora condannandolo; ora compensato anche venalmente dai governi, ora colpito nei suoi tradizionali privilegi) ha comunque contribuito come pochi altri protagonisti della società italiana alle trasformazioni storiche dello Stato unitario. Su questi temi Guasco svolgerà anche la sua lectio magistralis.

Guasco è attualmente presidente della giuria del premio “Desiderio Pirovano”, che ha sede presso l’Istituto Sturzo di Roma, dedicato alla storia religiosa dell’epoca moderna e contemporanea. Ha collaborato a Dizionari ed Enciclopedie pubblicate dalla Enciclopedia Italiana e dagli editori Laterza, Il Mulino, Einaudi, Marietti, Edizioni Paoline, AVE, Fayard. Un suo saggio, Le Christianisme occidental dans la crise des valeurs, è stato pubblicato recentemente nella Histoire générale du Christianisme, vol. II , Du XVI siècle à nos jours, PUF, Paris 2010.

Il saggio analizza l’aggiornamento prodotto dal Concilio Vaticano II e l’emergere nella società contemporanea di un pluralismo che crea modelli nuovi di pratica religiosa. Analizza poi le varie teorie circa gli sviluppi della laicità e le sue conseguenze sul mondo religioso.

Sarebbe difficile enumerare singolarmente in una prolusione necessariamente breve anche solo le opere maggiori di Guasco, in quanto egli ha pubblicato più di 15 volumi e oltre 300 saggi scientifici. Molti di questi testi sono stati pubblicati o tradotti in francese, inglese, tedesco, spagnolo e portoghese.

Come si evince da questi contributi, Guasco è un riferimento imprescindibile per la storia del modernismo (e in particolare di due autorevoli figure come Romolo Murri e Alfred Loisy, a cui Maurilio ha dedicato un’agile e acuta biografia intellettuale pubblicata da Morcelliana nel 2004) e per la storia del clero in Italia (da ricordare anche e soprattutto Chiesa e Cattolicesimo in Italia. 1945-2000, EDB 2001, oltre al sopra menzionato Storia del clero in Italia dall’Ottocento a oggi).

Ma sono importanti anche i suoi studi sul Concilio Vaticano II e, più in generale, sulla storia della Chiesa e del cristianesimo, basti ricordare i monumentali lavori curati con Francesco Traniello ed Elio Guerriero, La Chiesa del Vaticano II. 1958-1978, Ed. San Paolo 1995, e I cattolici nel mondo contemporaneo. 1922-1958, stesso editore 1996.

Ha infine curato la pubblicazione e in parte tradotto alcuni volumi e opere miscellanee, tra le quali il Dizionario storico del cristianesimo, pubblicato in Germania a cura di Carl Andresen e Georg Denzler, e in Italia nel 1992 dalle Edizioni Paoline.

Ha coordinato con altri autori la pubblicazione degli ultimi sei volumi della Storia della Chiesa, nota con il nome dei primi direttori, Augustine Fliche e Victor Martin. Un saggio dedicato alla storia della Chiesa in Italia è stato pubblicato in lingua tedesca: Zur Geschichte der katholischen Kirche in Italien seit dem Ende des Zweiten Weltkrieges, in “Romische Quartalschrift fur christliche Altertumskunde und Kirchengeschichte”, Band 99, Heft 1-2, pp.1-81.

Tra parentesi, vorrei aggiungere che Maurilio Guasco – proprio per ricordare il nesso inscindibile presente nella sua opera tra scelte intellettuali e scelte morali pratiche, sociali e politiche – sta lavorando da alcuni anni a un volume biografico su don Luigi Di Liegro, fondatore e guida instancabile della Caritas romana (morto nel 1997. Dovrebbe terminare il lavoro all’inizio del 2012, e credo che l’esito sarà un libro molto letto e discusso.

Guasco fa parte di diverse organizzazioni scientifiche, tra le quali l’Istituto Luigi Sturzo di Roma e l’Istituto per le Scienze religiose di Bologna. Dirige una collana di storia presso le Edizioni Esperienze di Fossano e la casa editrice Morcelliana di Brescia.

Unanimemente considerato tra i massimi esperti della storia del modernismo, dei seminari, del clero, dei preti operai (in particolare nel contesto francese), dei rapporti tra società civile e società religiosa e dei modelli di Stato nei Paesi dove prevale una delle tre grandi religioni monoteistiche, Guasco svolge un’infaticabile attività di conferenziere (mediamente più di trenta conferenze annuali) in Europa e nelle Americhe.

Vorrei concludere con una nota che so molto importante per il nostro “colendissimo”, una nota che riguarda la sua tensione verso l’ecumenismo, che ne caratterizza la persona di cristiano e cattolico, prima ancora che di prete e di ricercatore di storia delle religioni.

Nel 2008 presentava le attività della Cattedra del dialogo a Torino proprio mettendo in rilievo la necessità del dialogo tra credenti e non credenti, e tra le varie famiglie cristiane.

Ma questa tensione è presenta da moltissimi anni nel pensiero e nell’azione di Maurilio. Vorrei ricordare infatti il suo saggio, molto chiaro ed esaustivo, uscito nel 1986 nella raccolta curata da Gian Mario Bravo e da Silvia Rota Ghibaudi sulla “storia del pensiero politico contemporaneo” (Angeli Editore), dedicato proprio al valore e al significato sociale e politico delle tre grandi religioni monoteistiche: Cristianesimo, Ebraismo e Islam.

Nell’epoca attuale delle grandi migrazioni, che hanno condotto all’incontro e allo scontro delle civiltà, questa materia è diventata oggetto di dibattito diffuso, ma lo era meno tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Aver tenuto desto l’interesse di allievi e del pubblico su questi temi è tra i meriti di Maurilio Guasco.