Giovanni Pesce è venuto a mancare

2 September 2007

Si sono svolti a Palazzo Marino a Milano il 30 luglio i solenni funerali di Giovanni Pesce, nato a Visone nel 1918, eroico combattente della guerra di Spagna e medaglia d’oro al valor militare.

Pesce Giovanni
(Visone 1918)

Una delle poche medaglie d’oro al valor militare, non alla memoria. Giovanni Pesce fu un eroico combattente che arrivò alla Resistenza sulla scorta di una notevole esperienza militare acquisita nella guerra di Spagna alla quale aveva partecipato giovanissimo, tanto da riuscire a entrare nel Paese iberico solo falsificando la propria data di nascita.

La famiglia, che era di modeste condizioni, negli anni Venti si trasferì in Francia, dove il padre e lo stesso Giovanni, a soli 13 anni, lavorarono in miniera. Nella guerra di Spagna, Pesce diede la misura di una notevole audacia e di uno straordinario coraggio, partecipando a numerosi combattimenti tra cui le giornate di Guadalajara, che videro una rotta disastrosa dei fascisti italiani.

Nel 1940 tornò in Italia, per essere quasi subito spedito al confino di Ventotene, dopo aver scontato parte della condanna presso il carcere di Alessandria. Ma le sue eccezionali doti di combattente si rivelarono compiutamente quando assunse il comando dei GAP di Torino prima e di Milano poi, col nome di battaglia “Ivaldi”, prima e in seguito di “Visone”. Innumerevoli furono infatti gli attentati contro personaggi e istituzioni del regime nazifascista coronati dal successo.

Dopo l’esecuzione, nell’agosto 1944, di quindici partigiani a piazzale Loreto, la risposta dei GAP non si fece attendere, saltò in aria il comando tedesco e furono giustiziati alcuni delatori. Neanche con il tradimento si riuscì a far cadere in trappola “Visone”: una spia riuscì soltanto a catturare al suo posto Onorina Brambilla (Sandra) che nel dopoguerra diventerà sua moglie.

Dopo il 1945 fu eletto presidente dell’ANPI e dirigente del PCI a Roma, quindi consigliere comunale a Milano.

“Valoroso combattente garibaldino, lottò strenuamente in Spagna per la causa della libertà e della democrazia riportando tre gravi ferite. Il movimento di ribellione alla tirannide nazi-fascista lo trovò ancora, ardito e instancabile partigiano, alla testa dei GAP, al suo posto di lotta e di onore. (…).

Noncurante delle fatiche e dei disagi, inaccessibile allo scoraggiamento, infondeva sempre ardore ed entusiasmo in quanti lo seguirono nella dura ma radiosa via della libertà. Organizzatore eccezionale ed eroico combattente, dotato di irresistibile leggendario coraggio conquistò con il suo valore un luminoso primato alla gloria delle formazioni garibaldine e alla storia immortale della Patria”.

(dalla “motivazione della medaglia d’oro al Valor Militare” a Giovanni Pesce, decreto del 23 aprile 1947 del Presidente del Consiglio dei Ministri on. Alcide De Gasperi)