C’era una volta… Dove ricordi fotografici sul filo della Memoria. Domenica 25 luglio a Dova Superiore (Cabella Ligure)

18 July 2004

Domenica 25 luglio, alle ore 17, presso la chiesa parrocchiale San Martino di Dova Superiore (Cabella Ligure), avrà luogo la presentazione del volume fotografico “C’era una volta… Dova” – ricordi fotografici sul filo della Memoria di Lucia Daglio, Paolo Ponta, Ettore Ratti. Introdurrà Roberto Botta, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Alessandria e interverrà Paolo Filippi, Presidente della Provincia di Alessandria. L’evento sarà sottolineato dalla fisarmonica del Maestro Emilio Cervetto.

La presentazione è organizzata dalla Comunità Montana Valli Borbera e Spinti, dalla Provincia di Alessandria, dalla Regione Piemonte e dall’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria, in collaborazione con il Comune di Cabella Ligure.

“C’era una volta… Dova” ripercorre, attraverso un repertorio fotografico che attinge soprattutto agli album di famiglia, la vicenda economica e sociale e la vita quotidiana del piccolo borgo dell’Alta Valle Borbera. Uno spaccato su una storia che rischia di cadere nell’oblio e che è necessario riportare alla luce.

Introduzione– Cenni storici
Una “Comunità di Villaggio” tra benefici ecclesiastici e dominio feudale

Dova Superiore (932 metri sul livello del mare) è un piccolo villaggio sito nella valle del torrente Gordenella, affluente di sinistra del Borbera. Dal punto di vista amministrativo, costituisce una Frazione del Comune di Cabella Ligure (Provincia di Alessandria).

La Parrocchia di San Martino in Dova Superiore, comprendente anche i Centri di Casalbusone (in Comune di Mongiardino Ligure) e Guazzolo, appartiene alla Diocesi di Tortona. Della Parrocchia di San Martino fecero parte nei secoli passati anche i vicini villaggi di Dova Inferiore, Agneto, Berga e Campassi.

Nel 1622 la Parrocchia di Sant’Andrea di Agneto, da cui dipendevano anche Berga e Campassi, fu staccata da Dova, mentre la Chiesa di Sant’Antonio Abate in Dova Inferiore fu elevata al rango di autonoma Parrocchia nel 1855. (1)

L’attuale Chiesa di San Martino è relativamente moderna, essendo stata realizzata alla fine dell’800 su progetto dell’allora Prevosto, Ing. Don Daniele Guidobono. L’antico tempio dedicato a San Martino si trovava dalla parte opposta del paese, a nord, vicino al vecchio cimitero, nella zona ancor oggi denominata “Canonica”. Chiesa e cimitero crollarono a causa di una disastrosa frana nel 1870.

Le origini di Dova Superiore e delle altre località citate sono molto antiche e possono farsi risalire all’alto medioevo.

Il primo documento ove sono menzionati i nostri villaggi risale infatti all’anno 869. In quell’anno Dova costituiva una “corte”, donata il 25 maggio dal Sacro Romano Imperatore Ludovico II alla consorte Angerberga “ut vacaret”, ovvero quale luogo di caccia e altri svaghi. Ancor oggi, la zona ove sorge l’attuale cimitero è chiamata nel dialetto locale “Valle della Corte”, mentre la collinetta ove nel 1948, sul sito di una preesistente edicola, fu eretta una piccola cappella dedicata alla Patrona Sant’Anna, viene definita “Castello”.

In un documento del 7 febbraio 994, avente ad oggetto una donazione di terre e villaggi al Monastero di San Fruttuoso di Capodimonte presso Camogli, si trova un elenco comprendente “locas et fundos dovano qui dicitur superiore, et avaxoli et ubi casale bosone dicitur et agneli”, in cui è facile riconoscere gli attuali Dova Superiore, Guazzolo, Casalbusone ed Agneto.

Il territorio di Dova comprendeva allora anche la Badia di San Clemente, detta anche di San Fermo, oggi facente parte della giurisdizione dell’Arcidiocesi di Genova e tuttora meta di gite e pellegrinaggi, grazie anche alla posizione panoramica in vetta ad un piccolo monte (metri 1100 circa sul livello del mare).

Per tutta l’epoca medievale e moderna, fino alla fine del XVIII secolo, Dova Superiore e i villaggi vicini seguirono la sorte comune ai territori di tutta l’Alta Val Borbera e delle valli appenniniche limitrofe. Detti territori, infeudati direttamente dal Sacro Romano Imperatore a esponenti di famiglie aristocratiche, generalmente genovesi, assunsero uno “status” di fatto indipendente e costituirono veri e propri “Stati – cuscinetto” tra i domini dei più potenti vicini (Repubblica di Genova, Ducato di Milano, Marchesato del Monferrato e, in tempi più recenti, Piemonte sabaudo).

In particolare il territorio di Dova, come risulta da diversi documenti dei secoli XVI – XVII, era feudo dei Marchesi Spinola e Doria, nell’ambito della Signoria di Cabella.

Nel 1797, con la nascita della Repubblica Democratica Ligure sotto l’influsso rivoluzionario francese, la feudalità venne formalmente abolita e i territori già imperiali vennero annessi al nuovo Stato. Nel 1805 la Liguria entrò a far parte dell’Impero francese di Napoleone Bonaparte e dopo la restaurazione del 1814, insieme ai nostri territori, fu annessa – con la denominazione di “Ducato di Genova” – agli “Stati di terraferma” dei Savoia, Re di Sardegna.(2)

A quell’epoca, forse per contrasti risalenti all’ultimo periodo dell’era feudale di “antico regime”, tutta la Val Gordenella era stata già da tempo assegnata al Comune di Mongiardino.

Nel 1859, con la cosiddetta “legge Rattazzi”, l’intero Circondario di Novi Ligure, comprendente i Comuni della Val Borbera, passò dalla Provincia di Genova a quella di Alessandria, condividendone le sorti fino ad oggi.

Negli anni 1943 – 1945 la Val Borbera fu coinvolta direttamente e drammaticamente nella Guerra di Liberazione. Per un certo periodo l’Alta Valle costituì un’”isola” controllata dai Partigiani, dotata di istituzioni democratiche, scuole, ospedali ed altri servizi essenziali. In tale contesto il territorio di Dova Superiore, grazie alla conformazione geografica, fu scelto dagli Alleati per i “lanci” di armi, vestiario, viveri e altro materiale aviotrasportato a favore delle Forze di Liberazione (3).

Nel 1956, per ragioni di praticità amministrativa legate alla distanza dal capoluogo e alle vie di comunicazione, e con il consenso delle popolazioni interessate, le Frazioni di Dova Superiore, Dova Inferiore e Guazzolo furono staccate dal Comune di Mongiardino Ligure ed annesse al Comune di Cabella Ligure.