I Balcani 1878-2001 | Un libro di Guido Franzinetti

5 April 2002

I Balcani non sono sempre esistiti. La catena montuosa omonima esiste da sempre, ma la categoria storico-geografica è un’espressione che si è imposta solo a partire dagli anni ottanta del XIX secolo. Alla fine del XIX secolo i Balcani erano visti come luogo di forte instabilità politica e di feroci conflitti tra le diverse nazionalità della regione. Dopo la Prima guerra mondiale l’espressione balcanizzazione finì coll’essere utilizzata per indicare genericamente la riduzione di uno stato al “perpetuo disordine politico”.

Ma i Balcani continuano ad essere visti come una terra di nessuno tra l’Occidente e l’Oriente, una regione segnata da linee di frattura secolari (se non milienarie), schiacciata dal fardello di un passato opprimente, e come eterno focolaio degli “odi ancestrali” dei suoi diversi gruppi etnici. In realtà, le linee di frattura storiche appaiono e scompaiono con altrettanta rapidità; le eredità storiche sono sempre frutto di scelte.

Questo libro si propone di offrire una lettura selettiva della storia dei Balcani, incentrata sul periodo iniziato con il Congresso di Berlino dei 1878, che nelle sintesi di storia d’Europa compare come data fondamentale nella storia della regione nell’età contemporanea.

Questa lettura della storia prende le mosse da un rapido panorama introduttivo sui nodi fondamentali della storia dei Balcani nell’età ottomana. Il primo nodo è rappresentato dal sistema di potere ottomano, e dalla crisi che si manifestò nel corso del XVIII secolo li secondo nodo è quello dei mutamenti che si manifestano a partire dalla fine della guerra russo-turca del 1768-74, che costituiscono la premessa del ciclo di rivolte nazionali che si avviò nei Balcani a partire dalla rivolta serba del 1804.

Il terzo nodo è quello dei ciclo di riforme ottomane, iniziate già nell’età napoleonica, che produssero quella fase decisiva di apertura riformistica che fu l’età dei Tanzimat. Questi tre nodi costituirono le premesse storiche della crisi dei sistema ottomano, che culminò nel Congresso di Berlino e sanzionò il declino irreversibile del sistema imperiale ottomano.

Nel 1878 i Balcani cominciarono a uscire dall’arretratezza alla quale erano stati condannati dalla conquista ottomana. Fu questa la data del loro vero “ingresso in Europa”, nella misura in cui si adeguavano al principio (quanto mai europeo, non certo ottomano) dello ” stato nazionale”, ovvero della corrispondenza tra i confini dello stato e quelli dell’identità culturale. 1 costi di tale adeguamento ai canoni della vita europea divennero evidenti nel corso delle guerre balcaniche dei 1912-13 e poi con la ridefinizione dei confini e delle popolazioni che fu sancita dai trattati seguiti alla Prima guerra mondiale.

Una sintesi di queste dimensioni deve inevitabilmente omettere molti argomenti e temi che meriterebbero approfondimenti, anche in una panoramica generale. Questa sintesi si è anche posta dei limiti geografici, escludendo la Romania dalla storia dei Balcani, pur essendo essa spesso considerata come parte della regione. In realtà l’assimilazione dei territori romeni ai Balcani è dovuta principalmente alla partecipazione romena alle guerre balcaniche del 1912-13.

Le tematiche delle relazioni internazionali sono state toccate solo marginalmente, per motivi sia pratici sia di metodo. Questa sintesi non aspira a essere uno studio di relazioni internazionali. Esiste, ed è sempre esistita, una dimensione internazionale e strategica dei problemi balcanici, ma per capire questa dimensione è meglio occuparsi dei veri problemi delle relazioni internazionali, dei veri soggetti della politica e dell’economia mondiale, e non di una regione che è rimasta per molti secoli alla periferia del mondo moderno.

Forse è necessario inventare una volta al mese una ipotetica crisi balcanica dalle conseguenze incalcolabili a livello planetario per giustificare agli occhi di lettori e spettatori impazienti qualsiasi attenzione ai problemi della regione. Chi non vuole accontentarsi di una prospettiva schiacciata sul presente e sull’immagine può invece interessarsi dei Balcani per quello che sono, e cioè una regione che sta faticosamente emergendo dalla marginalità storica.

Guido Franzinetti