Il canto di Chicchirichì e Ero, sono e sarò fascista

20 September 2001

Il canto di Chicchirichì e Ero, sono e sarò fascista – È ormai consuetudine, all’interno delle manifestazioni de Il Settembre di Viguzzolo, una serata dedicata ai temi della memoria.

L’incontro di quest’anno, che il Comune organizza come sempre in collaborazione con l’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria avrà luogo venerdì 7 settembre, alle ore 21, nel cortile del Piccolo Bar e sarà dedicato alla presentazione di due pubblicazioni, dedicate a una donna e un uomo viguzzolesi con storie e percorsi estremamente diversi.

La prima, Il canto di Chicchirichì, a cura di Graziella Gaballo e Pierluigi Pernigotti, è un omaggio alla figura del partigiano Virginio Arzani (nome di battaglia, Chicchirichì) nato a Genova nel 1922 da famiglia di Viguzzolo e morto sull’appennino genovese nell’agosto del 1944, dopo aver compiuto, nella sua brevissima parabola esistenziale, un percorso umano e civile che lo portò, giovane ufficiale, alla scelta della lotta partigiana e al sacrificio personale. Virginio era stato un punto di riferimento per gli amici di Viguzzolo durante le vacanze estive trascorse in paese e tale si confermò al momento di salire in montagna.

Il suo paese gli ha dedicato, negli anni, una via e un monumento, un cd, una mostra fotografica, uno spettacolo teatrale: la ricostruzione della sua vicenda umana, attraverso un intrecciarsi di testimonianze alcune delle quali inedite, e delle iniziative con cui la comunità viguzzolese ne ha tenuto viva la memoria vuol essere il compimento di quest’opera di ricordo e di riflessione che, negli anni, Viguzzolo ha avviato nei confronti di Chicchirichì.

Diversi invece i temi, il contenuto e la chiave di lettura dell’altra pubblicazione presentata: Ero, sono e sarò fascista. Un percorso attraverso il fondo archivistico di Angela Maria Guerra, di Graziella Gaballo. Si tratta, come specifica il sottotitolo, di una ricerca condotta sul piccolo archivio personale lasciato dalla viguzzolese Angela Maria Guerra (1897-1978), che nel periodo fascista ricoprì la carica di Segretaria del locale Fascio Femminile.

Il materiale di questo fondo archivistico è stato ordinato e studiato dall’autrice intrecciando diversi piani di lettura: l’interesse per episodi e vicende che coinvolgono memorie individuali e memorie collettive; l’attenzione, che la storiografia più recente sta iniziando ad avere, verso il mondo fascista; il tema della soggettività e della scrittura autobiografica.

Queste carte ci restituiscono, in parte, l’articolato percorso biografico della Guerra: gli anni trascorsi con la famiglia in Argentina; il fidanzamento, che fu poi costretta a troncare; il periodo della giovinezza; l’adesione al fascismo fin dai suoi esordi; l’attività di militante politica anche nel periodo della Repubblica sociale e il processo subìto dopo la guerra, per delazione e collaborazione, in cui si difese da sola, esordendo con le parole: “Ero, sono e sarò fascista”. E, ancora, il periodo del dopoguerra, fino alla morte, contrassegnato dalle numerose lettere inviate ad uomini politici, giornalisti, capi di Stato.

L’analisi delle motivazioni e delle modalità della militanza fascista attorno a cui si struttura la vita e l’identità di Angela Maria Guerra permette inoltre di aggiungere un altro tassello allo studio di quella generazione di donne che si è impegnata nella politica del regime.

I due volumi sono pubblicati dall’editore Le Mani di Recco, nell’ambito della nuova collana di studi storici realizzata in collaborazione con l’Isral.

All’incontro del 7 settembre, a discutere con i curatori delle due opere, ci saranno Giampaolo Bovone, Laurana Lajolo e Roberto Botta.