Sono stata Orsa a Brauron: presentazione del volume

1 March 2001

È previsto per il primo marzo alle ore 21.00 presso la SOMS di Ovada in via Piave 21 la presentazione del libro Sono stata Orsa a Brauron di Angela Lanza, introduce Graziella Gaballo.

Interverranno Cristina Baruffi e Sonia Commentucci, cantanti popolari.

Hanno contribuito per la realizzazione della serata:

  • Assessorato Servizi Sociali Provincia di Alessandria;
  • Assessorato Cultura Comune di Ovada;
  • Istituto Storico per la Resistenza;
  • Associazione Renato Caneva;
  • Camera del Lavoro;
  • Radio Gold;
  • Cantieri Sociali Riuniti.

Angela Lanza (Palermo, 1935) vive fra Palermo e Roma. Collabora al mensile Mezzocielo e alle riviste «Nosside» e «Segno». Ha pubblicato diversi saggi fra cui: Testimonianze da una repubblica contadina, Centofiori, Palermo (1978); Storia di Kurdi, Dharba, Palermo ( 1991 ); Donne contro la mafia, Datanews, Roma (1994); Il rischio della parola, Datanews, Roma (1996).

Sono stata Orsa a Brauron

La scoperta – operata da un gruppo di donne di Palermo nel 1977 – di quelle protagoniste contadine che in tante andarono alle occupazioni delle terre dal 1946 al 1950 in Sicilia, nelle due zone delle Madonie e del corleonese.

Attraverso un confronto fra i modi di relazionarsi di queste donne nelle lotte per le occupazioni e la militanza politica delle donne del gruppo di ricerca, queste ultime scoprono cosa ha significato per le contadine la fame, la guerra, il ritorno dei reduci, la famiglia, la violenza, lo scontro con i campieri mafiosi ma anche la libertà; la creatività nelle lotte, la solidarietà e il rapporto con i loro uomini che sono chiamate a difendere.

Nel 1997, a cinquant’anni dalla strage di Portella della Ginestra; l’autrice ritorna da sola nelle Madonie per raccogliere altre storie di vita delle protagoniste di quelle lotte e constata che i cinquant’anni trascorsi non hanno affievolito il ricordo.

Il dramma è ancora vivo nei racconti e, partendo da una genealogia materna, ripercorre -guidata dai racconti delle stesse protagoniste- il rapporto con il padre, a suo avviso determinante per l’emancipazione delle adolescenti che hanno vissuto e partecipato alle lotte di quegli anni. È attraverso un accostamento al mito primitivo di Ifgenia -simbolo di un rito di passaggio molto vigoroso- che l’autrice trova una chiave di lettura per leggere la forte capacità di riscatto di quelle donne.