Corso di formazione per insegnanti

1 November 2000

La ricerca

La Sezione Didattica dell’Istituto storico ha promosso negli ultimi mesi un’ampia indagine nelle scuole secondarie della provincia di Alessandria, coinvolgendo circa 1300 studenti e una sessantina di docenti. A tutti è stato chiesto di indicare, in appositi questionari, le dieci parole più significative del Novecento.

Obiettivo della ricerca era quello delineare con maggior precisione i caratteri della percezione della storia contemporanea da parte delle giovani generazioni. I dati raccolti potranno offrire utili spunti per superare le difficoltà, spesso denunciate dagli educatori, nella trasmissione della memoria e nella comunicazione ai più giovani del nostro recente passato. Non secondario, nelle intenzioni dei ricercatori, era poi l’obiettivo di registrare e misurare, accanto allo scarto generazionale, anche eventuali differenze di genere nella percezione del divenire storico.

Il materiale raccolto è di grande interesse; nel prossimo anno scolastico la Sezione Didattica continuerà il lavoro in forma seminariale, con l’aiuto dei docenti e di studiose e studiosi che hanno già manifestato interesse e disponibilità (Paola Di Cori dell’Università di Torino e Paolo Perticari dell’Università di Bergamo)

Le scuole coinvolte

Hanno partecipato all’iniziativa 11 scuole medie e 13 istituti superiori della provincia. In particolare:

  • Scuole Medie:
    • Manzoni di Alessandria;
    • Trevigi e Leardi di Casale Monferrato;
    • Doria di Novi Ligure;
    • Valenziano di Tortona;
    • Sineo di Sale;
    • Realino di Felizzano e le scuole medie di Gavi;
    • Arquata;
    • San Martino di Rosignano e Serravalle Scrivia.
  • Scuole Superiori:
    • Istituto Magistrale Saluzzo;
    • IPSC Migliara;
    • ITIS Volta;
    • IPSIA Fermi;
    • ITG Nervi di Alessandria;
    • ITIS Sobrero di Casale Monferrato;
    • IPCT Boccardo;
    • ITIS Ciampini;
    • Liceo Scientifico e Liceo Classico di Novi Ligure;
    • ISA Ottolenghi Liceo Classico e Liceo Scientifico di Acqui Terme.

Dichiarazione

“Come adulti educatori abbiamo sentito la necessità di misurarci con quello che le ragazze e i ragazzi sono effettivamente, con quello che esprimono, con le loro aspirazioni e le loro paure. Abbiamo posto al centro la relazione educativa, per cercare soluzioni o utili indicazioni ad alcuni problemi che ci stanno a cuore (come insegnare la storia in modo efficace, come trasmettere memoria alle nuove generazioni, che cosa portarci come bagaglio del Novecento nella scuola del 2000) senza ricette preconfezionate.

Ci piacerebbe raccontare la scuola partendo dalle ragazze e dai ragazzi. Il lavoro che abbiamo proposto alla rete di colleghi con i quali lavoriamo da anni che ci hanno ancora una volta sostenuto con fiducia ed entusiasmo – pensavamo di raccogliere le parole di 500 studenti ed il numero è stato più che doppio – vuole innanzi tutto aiutare a trovare spazi e modi adeguati per offrire le culture e i saperi di cui siamo portatori inserendoci nel tessuto vivo e composito dei nostri allievi.

Siamo certi che solo migliorando la comunicazione e la relazione educativa possa migliorare il curricolo disciplinare. Abbiamo provato a fare un passo indietro ponendoci in una dimensione di ascolto, per evitare tentazioni autoreferenziali fondate soltanto sul polo adulto della comunicazione.

Lo sfondo problematico è dato dalla complessità dell’insegnare e dell’educare nel mondo contemporaneo dove la multimedialità ha esteso la capacità dei ragazzi di comunicare e di acquisire informazioni ben oltre il modello trasmissivo tradizionale (basti pensare ai recenti lavori di Raffaele Simone, La Terza Fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, e di Edgar Morin, La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero).

Gli ultimi decenni del Novecento, infatti, hanno comportato mutamenti rapidi e di vasta portata non solo nell’economia o nella politica, ma anche nel modo in cui si formano e si elaborano le informazioni e le conoscenze, con effetti profondi non solo sul contenuto, ma sul modo in cui vengono organizzate, sulla forma.

Questa “terza fase” della storia del conoscere comporta per la scuola un ventaglio di ampie sfide che devono essere raccolte: la prima è quella di riuscire a parlarsi tra diversi, perché la buona scuola è molto di più dei suoi aspetti istituzionali, è il luogo di incontro fra generi, generazioni e culture e può giovarsi di una ricchezza straordinaria.

La ricerca ha questo orizzonte culturale: le ragazze e i ragazzi indicano come prima parola per esprimere il Novecento internet e considerando le prime dieci troviamo computer, progresso, tecnologia. Ma fra le prime dieci parole troviamo anche molte paure del Novecento: guerre, guerre mondiali, olocausto, Aids e due desideri, libertà e pace”.

La responsabile della Sezione Didattica: Prof. Luciana Ziruolo

Le parole del Novecento: i risultati

  • Studenti e studentesse: prime dieci parole
    1. Internet;
    2. Guerre;
    3. Computer;
    4. Progresso;
    5. Tecnologia;
    6. Guerre mondiali;
    7. Libertà;
    8. Olocausto;
    9. Pace;
    10. Aids.
  • Prime dieci parole (femmine):
    1. Internet;
    2. Guerre;
    3. Progresso;
    4. Guerre mondiali;
    5. Computer;
    6. Libertà;
    7. Tecnologia;
    8. Pace;
    9. Aids;
    10. Olocausto.
  • Prime dieci parole (maschi):
    1. Internet;
    2. Computer;
    3. Guerre;
    4. Tecnologia;
    5. Guerre mondiali;
    6. Bomba atomica;
    7. Progresso;
    8. Informatica;
    9. Democrazia;
    10. Olocausto.
  • Gli insegnanti: prime dieci parole
    1. Democrazia;
    2. Globalizzazione;
    3. Libertà;
    4. Mass Media;
    5. Bomba atomica;
    6. Cancro;
    7. Computer;
    8. Guerre;
    9. Olocausto;
    10. Progresso; Televisione (pari merito).

(la suddivisione per genere non risulta statisticamente rilevante)

La serata

Musica Sghemba, Versi Impazienti è uno spettacolo caratterizzato da una scelta di canzoni animate da fatti, personaggi ed emozioni che in qualche modo, secondo gli Yo Yo Mundi, hanno segnato la storia e la memoria del ‘900. Ci saranno canzoni ispirate alla vicenda della Divisione Acqui, sterminata dai nazisti a Cefalonia, a grandi miti sportivi come Gigi Meroni o Gino Bartali, o ancora agli anni di piombo.

Gli acquesi Yo Yo Mundi sono Paolo Enrico Archetti Maestri (voce solista e chitarra) Eugenio Merico (batteria e percussioni) Andrea Cavalieri (contrabbasso e voce) Fabio Martino (fisarmonica e cori) Fabrizio Barale (chitarre e cori) Simona Carando (voce e percussioni).