Lo sterminio ebraico e le altre vittime del nazismo. Presentazione

Sebbene quello perpretrato dal nazismo non sia l’unico sterminio conosciuto dalla storia del ‘900 nè il regime nazista l’unico ad aver edificato un vasto e articolato “universo concentrazionario”, esso rimane, per più di un aspetto, esemplare. E’ la sistematicità con cui fu organizzato, quasi si trattasse di un’impresa industriale, unita alla volontà, mai manifestatasi prima nella storia, di sterminare un intero popolo e con esso tutti gli individui definiti dalla ideologia nazista come pericolosi per la purezza della “razza ariana”, a renderlo unico. Senza la tecnologia moderna, senza la “razionalità burocratica” propria di società arrivate allo stadio di complessità di quella tedesca (in virtù della quale agli stessi esecutori il terribile compito loro affidato poteva sembrare nulla più che una questione “amministrativa”), lo sterminio, così come fu concretamente realizzato, non sarebbe stato possibile. Non solo. In nessun altro caso, come in quello nazista, il campo di concentramento divenne il laboratorio in cui il regime intendeva”costruire” il mondo nuovo di cui parlava la sua ideologia, quasi si trattasse di un enorme esperimento sulla natura umana, il cui fine era quello di “reificare” le vittime e trasformare in “superuomioni” i carnefici.

A distinguere Auschwitz dagli altri stermini di massa del ‘900 è, in un certo senso, proprio la sua modernità.E’ per questa ragione che Auschwitz apparve subito come il punto più basso del secolo e divenenne col tempo il buco nero della coscienza collettiva non solo dei tedeschi ma di tutta la civiltà europea, il simbolo del male radicale nella storia, qualcosa di inintellegibile a partire dalla categorie storiche e filosofiche con cui normalmente si indagava il passato o ci si sforzava di comprendere il presente. La rappresentazione di sé e della propria storia elaborata per secoli dalla cultura europea, quella di un inarrestabile progresso della tecnologia e della scienza cui si univa necessariamente anche quello della morale e della civiltà, veniva, così, radicalmente “confutata” dalla realtà di Auschwitz. La barbarie più assoluta sembrava essere il volto nascosto della società moderna, una possibilità da sempre insita nel progresso stesso della società umana e non solo una deviazione occasionale dal suo naturale cammino.

Per ricordare tutte le vittime della follia omicida nazista il Parlamento italiano ha scelto, nel 2000, la data del 27 Gennaio. Il 27 gennaio del 1945, infatti, le truppe sovietiche, avanzando nel territorio polacco, raggiungevano il campo di Auschwitz, da pochi giorni abbandonato dalle SS tedesche. Il mondo intero cominciava, così, a prendere coscienza delle proporzioni e della radicalità dello stermino del popolo ebraico e insieme ad esso, di centinaia di migliaia di altri individui, che, secondo l’ideologia hitleriana, non dovevano e potevano trovare posto nella nuova Europa ariana. Nei paesi occupati dai nazisti, soprattutto quelli dell’Europa orientale, come nella stessa Germania, furono così, insieme agli ebrei, perseguitati, deportati e sterminati gli appartenenti a minoranza etniche considerate inferiori (sinti e rom e alcune minoranze slave), o religiose (Testimoni di Geova), e, in nome di un aberrante principio eugenetico, quanti erano affetti da handicap fisici o mentali o erano, secondo l’ideologia nazista, colpevoli di una inaccettabile devianza sociale (asociali, omossessuali, persone senza fissa dimora). Fra le vittime dello stermino vanno poi anche ricordati quei prigionieri fatti dai nazisti nei paesi occupati a cui non veniva riconosciuto lo status di prigioniero di guerra e che venivano inviati in campi di concetramento dove le condizioni detentive erano durissime. Molti di questi, soprattutto nei paesi dell’Europa orientale, in considerazione della loro posizione sociale o politica (dirigenti comunisti o ufficiali dell’esercito) non venivano neppure deportati ma brutalmente eliminati una volta catturati. Fu quanto, per esempio, accadde in Polonia nei primi tempi dell’occupazione nazista, con l’obiettivo di eliminare preventivamente ogni focolaio di resistenza e di avviare, distruggendo l’élite dirigente di quel paese, la riduzione dei polacchi a un popolo di schiavi.

Per questi motivi, in occasione della Giornata della Memoria 2003, il nostro Istituto ha deciso di dedicare una sezione speciale di questo sito alla memoria delle vittime dei campi di sterminio nazisti. Una sezione che vorrebbe rivolgersi soprattutto agli studenti delle scuole secondarie superiori e che vorebbe essere anche un piccolo ma significativo contributo a una corretta divulgazione storica.
E’ nostra intenzione arricchirla constantemente nel tempo (alcune pagine sono infatti ancora in costruzione), dedicando ampio spazio non solo alle vicende e allo sterminio degli ebrei europei ma anche a quello di tutte le altre minoranze etniche e sociali perseguitate dai nazisti, nella consapevolezza che questo non significa affatto sminuire l’importanza e la centralità del primo, ma sia, al contrario, un’operazione necessaria per comprenderlo storicamente.