Concorso di storia contemporanea 2009/2010

17 September 2009

Il Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana del Consiglio regionale del Piemonte (di seguito denominato Comitato) propone, per l’anno scolastico 2009/2010, alcuni temi di ricerca di storia contemporanea per gli studenti della Scuole superiori.

Il Comitato riconosce la centralità della formazione degli insegnanti e degli studenti, fornendo occasioni, stimoli e strumenti per la costruzione di una cittadinanza democratica e consapevole, di cui i valori della Resistenza e della Costituzione rappresentano fondamento inalienabile.

Sulla base di questi principi, il Consiglio regionale, le Province piemontesi, la Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico regionale per il Piemonte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, indicono il

PROGETTO DI STORIA CONTEMPORANEA – CONCORSO ANNO SCOLASTICO 2009/2010 riservato agli studenti delle Scuole superiori (biennio e triennio) della regione sui seguenti temi:

TEMA n.1

Istriani, fiumani, dalmati in Piemonte.

Nel 1958, quando ormai il grosso delle partenze dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia poteva dirsi concluso, venne calcolato che una corrente dell’esodo, superiore alle 12.000 persone, aveva raggiunto il Piemonte.

Un numero cospicuo che fa della nostra regione una tra le più toccate nell’Italia settentrionale dall’esodo giuliano-dalmata.

Gli studi condotti in questi anni permettono di disegnare una mappa dell’esodo giuliano-dalmata corredata dei nomi dei principali luoghi di accoglienza in Piemonte come Torino, Novara e Tortona, e arricchita dai nomi di altre realtà pressoché ignorate in precedenza come Asti, Cuneo, Vercelli e Biella.

Le fonti disponibili, poi, archivistiche, documentarie, iconografiche e soprattutto orali, consentono di individuare alcune parole chiave da utilizzare come veri e propri strumenti di lavoro per meglio comprendere la traiettoria giuliano – dalmata sia su scala locale sia a livello generale, dalla profuganza all’inserimento nei nuovi contesti di vita.

Sullo sfondo delle vicende del confine orientale italiano durante la storia post-unitaria e novecentesca, intesa come premessa necessaria a comprendere il fenomeno, ricostruisci l’itinerario che conduce nella tua provincia donne e uomini protagonisti di quelle dolorose vicende e ricostruisci la loro esistenza dal campo profughi alla sofferta, ma realizzata integrazione nell’Italia del boom economico.

Per questo scopo individua e utilizza un certo numero di parole chiave che portino alla costruzione di un piccolo dizionario da interrogare e sfogliare relativamente ad ogni singola provincia: termini come arrivo, accoglienza, discriminazione, lavoro, alloggiamenti, tempo libero, inserimento, possono essere altrettanti punti focali dai quali partire per un’analisi approfondita e dettagliata da consegnare al rapporto di ricerca o al video oppure ancora al lavoro multimediale che comporrai.

Bibliografia

a) Saggistica

– Algostino, Bertuzzi, Cecotti, Collotti, D’Alessio, Miletto, Pupo, Todero, Troha, Verginella, Vinci, Dall’impero austro-ungarico alle foibe. Conflitti nell’area alto-adriatica, Bollati Boringhieri, Torino, 2009.

– M. Cattaruzza, M. Dogo, R. Pupo (a cura di), Esodi. Trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2000.

– M. Cattaruzza, L’Italia e il confine orientale, Il Mulino, Bologna, 2007.

– F. Cecotti e B. Pizzamei, Storia del confine orientale italiano 1797-2007. Cartografia, documenti, immagini, demografia, Irsml, Trieste, 2008.

– Commissione storico culturale italo-slovena, Italia e Slovenia alla ricerca di un passato comune, Istituti per gli incontri culturali mitteleuropei, Gorizia, 2003.

– G. Crainz, R. Pupo, S. Salvatici (a cura di), Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa, Donzelli, Roma, 2008.

– G. Crainz, Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa, Donzelli Editore, Roma, 2005.

– E. Miletto, Istria allo specchio, Storia e voci di una terra di confine, Franco Angeli, Milnao, 2007.

– G. Oliva, Profughi. Dalle foibe all’esodo: la tragedia degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, Mondadori, Milano, 2005.

– R.Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Rizzoli, Milano, 2005.

– M. Verginella, Il confine degli altri. La questione giuliana e la memoria slovena, Donzelli Editore, Roma, 2008

b) Saggistica sull’esodo in Piemonte

– A. Anetra, B. Boniciolli, F. Calamia, G. Gatti, Corso Alessandria 62. La storia e le immagini del campo profughi di Tortona, Microart’s edizioni, Tortona, 1996.

– P. Lebra, Storia di un esodo. I profughi giuliani a Novara (1946-1956), tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Storia, anno accademico 2002-2003.

– M.G. Milani (a cura di) La Caserma Passalacqua, Istituto di Istruzione Superiore “Guglielmo Marconi” di Tortona, Tortona, 2003.

– E. Miletto, Con il mare negli occhi. Storia, luoghi e memoria dell’esodo istriano a Torino, Franco Angeli, Milano, 2005.

– E. Miletto, L’Istria l’Italia, il mondo: storia di un esodo. Istriani, fiumani e dalmati in Piemonte, Istoreto, Isral, Isrn, Regione Piemonte, Torino, 2007.

– E. Miletto (di prossima uscita in occasione del giorno del ricordo 2010), Arrivare da lontano. L’esodo istriano, fiumano e dalmata nella province di Biella e Vercelli, Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli, 2010.

– F. Pilone, Un approdo nella tempesta: “Corso Alessandria 62”: profughi istriani a Tortona nel dopoguerra, tesi di laurea, Università degli Studi, Facoltà di Scienze della Formazione, anno accademico 2006 – 2007.

c) Sitografia

– E. Miletto, C. Pischedda, L’esodo istriano – fiumano– dalmata in Piemonte. Per un archivio della memoria, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, Torino, 2009,

– N. Pianciola, Spostamenti forzati di popolazione, Associazione museo virtuale delle intolleranze e degli stermini,

– N. Pianciola, L’Europa degli spostamenti forzati di popolazione (1912-1956),

– P. Rumiz, I troppi nodi irrisolti, in Osservatorio sui Balcani (a cura di), AestOvest, Osservatorio sui Balcani, Rovereto, 2008

– A.M. Vinci, Il fascismo al confine orientale, Atti del convegno Fascismo, foibe, esodo. Le tragedie del confine orientale, Aned, Associazione nazionale ex deportati politici, Fondazione Memoria della Deportazione, Trieste, 2004

d) Audiovisivi

– E. Data, M. Gusso, R. Marchis (a cura di), Una sottile linea bianca. Il confine italo-jugoslavo alle origini della guerra fredda attraverso il film Cuori senza frontiere. Materiali per la scuola, Istituto piemontese per la storia delle resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, Centro Servizi Didattici della Provincia di Torino, Provincia di Torino, Torino, 2008.

– Profughi. Un dopoguerra novarese, dalla Caserma Perrone al Villaggio Dalmazia, Italia, 2009, A. Leone, M. Begozzi E. Pastrovicchio.

e) Filmografia

La città dolente, Italia, 1949, M. Bonnard.

Cuori senza frontiere, Italia, 1950, L. Zampa

f) Narrativa

– A. Fusco, Tornerà l’imperatore. Storia di una donna istriana tra guerra ed esodo, affinità elettive, Ancona, 2002.

– M.G. Guercio, Le linee spezzate, Il filo, Roma, 2006.

– B. Marin, La pace lontana. Diari 1941-1950, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia, 2005.

– N. Milani, Una valigia di cartone, Sellerio, Palermo, 1992.

– N. Milani, A.M. Mori, Bora, Frassinelli, Como, 1998.

– F. Tomizza, Via da Materada, in F. Tomizza, Ieri, un secolo fa, Rizzoli, Milano, 1985.

TEMA n.2

La difficile memoria delle guerre jugoslave

Di dove sei?
Della Jugoslavia.
È un paese che esiste?
No, ma io vengo da lì.
(Da: Dubravka Ugreši, La confisca della memoria)

I lunghi anni di guerra che sconvolsero l’ex-Jugoslavia tra il 1991 e il 1995 (e poi, in Kosovo, tra il 1996 e il 1999) hanno lasciato ferite ancora aperte.

Lo scatenarsi della violenza e dell’odio etnico – prodotto ad arte attraverso i media e la propaganda – ha causato il disgregarsi dell’unità territoriale e del tessuto sociale, lo spostamento in massa di popolazioni e la trasformazione del volto di villaggi e città.

Dopo la fine della guerra e la definizione dei nuovi confini, il trauma dei sopravvissuti è stato reso più doloroso dalla difficoltà di ristabilire abitudini di convivenza in un contesto così radicalmente mutato, ricostruendo una memoria condivisa su basi di verità e giustizia.

Nel corso degli anni, accanto alla raccolta di testimonianze e alla saggistica storica, si è sviluppata una vasta letteratura memorialistica e narrativa, spesso prodotta da donne o da giovani che erano ancora bambini ai tempi del conflitto.

Oltre all’orrore di fronte alla follia nazionalista e alla violenza della guerra, queste testimonianze raccontano lo spaesamento per la perdita di punti di riferimento stabili, il lacerante distacco dalla propria comunità d’origine e la nostalgia verso identità plurime che i nuovi confini hanno separato.

In questa letteratura, specie se di matrice femminile, si rievoca una quotidianità fatta di amicizia e convivenza inter-etnica in una società non ancora dilaniata dall’odio e si esprime il desiderio di costruire reti di solidarietà più estese, capaci di superare le identità riduttive e monodimensionali imposte dai nuovi Stati nazionali.

Leggendo le raccolte di testimonianze e analizzando qualche esempio di opera memorialistica e narrativa, rifletti sulla difficoltà di ricordare (qualcuno ha parlato anche di “memoria confiscata” o di “cattive memorie”) e sulla possibilità di ricostruire, oltre il ricordo della violenza e dell’odio, la memoria di un passato di convivenza che renda praticabile un futuro di pace.

Suggerimenti bibliografici

a) Saggistica per la contestualizzazione storica

– C. Civic, Rifare i Balcani, Bologna, Il Mulino, 1993.

– P. Rumiz, Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia, Roma, Editori Riuniti, 1999.

– S. Bianchini, La questione jugoslava, Firenze, Giunti, 1999.

– J. Pirjevec, Le guerre jugoslave 1991-1999, Torino, Einaudi, 2001.

Le guerre cominciano a primavera. Soggetti e genere nel conflitto jugoslavo, a cura di M. Richter e M. Bacchi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003.

b) Raccolta di testimonianze e memorialistica

Mamma non voglio andare in cantina! Voci di bambini da Sarajevo, Torino, Gruppo Abele, 1993.

Profughi. Testimonianze dalla ex Jugoslavia, a cura di L. Miani e L. Lusenti, Comedit 2000, 1993.

– A. Cataldi, Sarajevo. Voci da un assedio, Milano, Baldini & Castoldi, 1993.

– E. Doni, C. Valentini, L’arma dello stupro: voci di donne della Bosnia, Palermo, La luna, 1993.

– Z. Filipovic, Diario di Zatla, Milano, Rizzoli, 1994.

– L. Rastello, La guerra in casa, Torino, Einaudi, 1998.

– D. Ugreši!, La confisca della memoria, in Nostalgia. Saggi sul rimpianto del comunismo, a cura di F. Modrzejewski e M. Sznajederman, Milano, Bruno Mondadori, 2003.

– A. Bobbio, Truccarsi a Sarajevo. Storia e storie di un assedio dimenticato, Padova, EMP, 2005.

– B. Tomaševi!, Montenegro. Attraverso una saga familiare la nascita e la scomparsa della Jugoslavia, Trieste, LINT, 2009.

c) Narrativa

– M. Jergovic, Le Marlboro di Sarajevo, Milano, Libri Scheiwiller, 1994 (nuova ed, 2005).

– N. Velickovic, Diario di Maja. Un’adolescenza a Sarajevo, Roma, Editori Riuniti, 1995.

– D. Karahasan, Il centro del mondo. Sarajevo, esilio di una città, Milano, Il Saggiatore, 1995.

– S. Drakulic, Balkan Express, Milano, Il Saggiatore, 1996.

– V. Jokanovic, Non è la mia guerra, Milano, Guanda, 1999.

– N. Radojcic-Kane, Ritorno a casa, Milano, Adelphi, 2003.

– E. Mujci!, Al di là del caos, Roma, Infinito Edizioni, 2007.

– D. Ugreši!, Il ministero del dolore, Milano, Garzanti, 2007.

– E. Bukvic, Il nostro viaggio. Identità multiculturale in Bosnia Erzegovina, Roma, Infinito, 2008.

– V. Dusan, Serbia hardcore, Rovereto (Tn), Zandonai, 2008

– E. Mujci!, E se Fuad avesse avuto la dinamite?, Roma, Infinito Edizioni, 2009.

– A. Sidran, Romanzo balcanico, a cura di P. Del Giudice, Reggio Emilia, Aliberti editore, 2009.

d) Filmografia

Prima della pioggia, di Milcho Manchevski, Gran Bretagna-Macedonia, 1994.

Underground, di Emir Kusturica, Serbia, 1995.

Il cerchio perfetto, di Ademir Kenovic, Bosnia-Francia, 1997.

No man’s land, di Danis Tanovic, Bosnia-Francia-Inghilterra-Italia, 2001.

Do you remember Sarajevo?, di Nedim Alikadic e Sead e Nihad Kreševlijakovic, Bosnia, 2002.

11 settembre 2001 (film a episodi), Episodio n. 5, di Danis Tanovic, Francia, 2002.

Benvenuto Mr. President, di Pjer Zalica, Bosnia, 2003.

e) Sitografia

– http://www.osservatoriobalcani.org: sito dell’Osservatorio sui Balcani.

– http://www.alexanderlanger.org: sito della Fondazione Alexander Langer con testimonianze sulle guerre nei Balcani e su esperienze di dialogo interculturale.

TEMA n. 3

La complessità del sistema-Lager

Negli ultimi anni, anche per effetto della legge sulla “Giornata della Memoria”, si sono moltiplicate le forme e gli strumenti di comunicazione, divulgazione storica e didattica sulla deportazione e sulla shoah.

Questo proliferare di occasioni di informazione, benchè abbia grandemente giovato alla diffusione di una consapevolezza collettiva sul tema, ha anche condotto a generalizzazioni forzate e a una sorta di semplificazione dell’idea di “sistema concentrazionario” nazista: campi di concentramento, campi di sterminio, campi di internamento o di lavoro, ghetti sembrano essere diventati sinonimi.

Da tempo invece gli storici insistono sulla necessità di utilizzare il termine “sistema concentrazionario” proprio per sottolinearne le complessità, le stratificazioni, le diversità e le connessioni con il contesto economico-sociale, politico e ideologico del Terzo Reich e dell’Europa del tempo.

È dunque indispensabile capire le caratteristiche delle diverse tipologie di campi e i diversi meccanismi che hanno interessato le deportazioni razziali e quelle civili, politiche, militari, proprio per evitare di cadere nella trappola della superficialità.

Anche riferendoti al tuo territorio e alla storia locale, ricostruisci i meccanismi delle diverse deportazioni cercando di segnalarne le differenze e di individuare le diverse responsabilità e vittime, nell’ambito del complesso universo concentrazionario nazista per come si è strutturato ed evoluto nei dodici anni che vanno dal 1933 al 1945.

Suggerimenti bibliografici

Sono solo consigli per muovere i primi passi nell’immensa produzione bibliografica, narrativa e filmica realizzata finora su questo tema. L’invito è anche quello di utilizzare le biblioteche ed i servizi di consulenza degli Istituti storici della Resistenza e della società contemporanea del Piemonte che possono, proprio grazie alla loro specificità, indirizzare e consigliare al meglio

a) Saggistica

– W. Laqueur (a cura di), Dizionario dell’Olocausto, edizione italiana a cura di A. Cavaglion, Torino, Einaudi, 2004.

– E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001(in particolare il vol. II),

– L. Picciotto, Il libro della memoria – Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Milano, Mursia, 1991 e segg. ristampe (in particolare la 3° parte: La storia).

Storia della Shoah, Torino, Utet, 2005.

Il libro dei deportati (1943-1945), a cura di G. D’Amico, G. Villari, F. Cassata, Milano, Mursia, 2009.

Totalitarismo, lager e modernità: identità e storia dell’universo concentrazionario, Milano, Bruno Mondadori, 2002.

b) Filmografia

Gli ultimi testimoni di A. Guerrini (2007)

Il pianista di R. Polanski (2002)

La zona grigia di T. Blake Nelson (2001)

Kapo di G. Pontecorvo (1960)

Notte e nebbia di A. Resnais (1955)

c) Sitografia

www.olokaustos.org

http://www.deportazione.too.it/

http://www.bibliolab.it/sitografie/shoa.htm

Iscrizione

Gli insegnanti che hanno intenzione di partecipare con gruppi di studenti e gli allievi che intendono partecipare con lavori individuali dovranno segnalarlo – avvalendosi del modulo di iscrizione allegato alla presente circolare e disponibile anche sul sito www.consiglioregionale.piemonte.it nella sezione dedicata al Comitato – alla Segreteria del Comitato Resistenza e Costituzione inviando un fax allo 011.57.57.365 entro e non oltre il 30 ottobre 2009.

Formazione degli insegnanti, degli studenti e documentazione

Insegnanti e studenti potranno avvalersi dei moduli di formazione appositamente organizzati dagli Istituti Storici della Resistenza del Piemonte, presso i quali è possibile rivolgersi anche per la consultazione bibliografica e documentaria.

I moduli inizieranno nel mese di ottobre 2009 secondo i calendari stabiliti dagli stessi Istituti.

Un’ampia selezione di testi e materiali inerenti i temi proposti è inoltre disponibile in consultazione ed in prestito presso il Centro di Documentazione del Cesedi-Provincia di Torino

Modalità di svolgimento e consegna degli elaborati

La ricerca potrà essere realizzata, laddove gli organi collegiali della scuola ritengano aderirvi, senza modificare la normale attività didattica, attraverso lavori di gruppo (composto da un minimo di 5 ad un massimo di 7 studenti), articolato all’interno della classe e coordinato da un insegnante (possono partecipare i docenti di tutte le discipline), e lavori individuali, e potrà essere condotta con la più ampia libertà dei mezzi di indagine e di espressione (elaborati scritti, disegni, fotografie, mostre documentarie, materiale audiovisivo o con lavori che si avvalgono di più mezzi espressivi).

Gli elaborati prodotti non dovranno superare di massima cinquanta (50) cartelle di testo (2000 caratteri spazi inclusi) sia cartacee che su supporto informatico o multimediale; la durata dei video (vhs, dvd, etc.) non dovrà superare i 60 minuti circa. Gli elaborati inoltre dovranno essere completi di una breve nota metodologica e bibliografica.

Gli elaborati dovranno infine essere inviati agli Assessorati all’Istruzione della Provincia di appartenenza della scuola partecipante (per le scuole della provincia di Torino, al Ce.Se.Di., via Gaudenzio Ferrari 1, Torino – tel. 011.86.13.645) entro e non oltre il 10 febbraio 2010.

La trasmissione degli elaborati deve avvenire con lettera di accompagnamento recante il timbro della scuola e firmata dal dirigente scolastico o da suo delegato.

La lettera dovrà contenere le seguenti indicazioni:
• il numero complessivo degli allievi e delle classi che hanno partecipato al
concorso;
• i dati anagrafici degli allievi di cui si inviano gli elaborati;
• il nominativo dell’insegnante che ha curato la preparazione degli allievi;
• se la classe o il singolo allievo partecipa per la prima volta al concorso.

Formazione delle commissioni e valutazione degli elaborati

Le commissioni provinciali dovranno essere nominate entro e non oltre il 10 febbraio 2010.
La loro composizione dovrà essere comunicata alla Segreteria del Comitato, che ne farà conoscere la composizione, i tempi di lavoro e i criteri di valutazione alle scuole impegnate nel concorso.

Le commissioni provinciali sono tenute a definire in modo chiaro i criteri di valutazione e a compilare un breve giudizio per ogni elaborato che partecipa al concorso.

Le commissioni provinciali dovranno operare la selezione degli elaborati, individuando i vincitori e comunicandoli alla segreteria del Comitato entro e non oltre il 10 marzo 2010.

Le commissioni provinciali dovranno inoltre individuare, tra gli elaborati non selezionati, quello comunque più meritevole, a condizione che il gruppo o il singolo studente partecipi per la prima volta.

Vincitori

Entro la fine del mese di marzo 2010 gli studenti vincitori saranno premiati pubblicamente presso la sede del Consiglio regionale del Piemonte.

I gruppi vincitori, accompagnati dall’insegnante coordinatore, ed i vincitori individuali, parteciperanno a spese del Consiglio regionale e delle Province piemontesi, nel limite delle risorse disponibili, ad un viaggio di studio con meta alcuni luoghi della memoria significativi in Italia e in Europa.

Si invitano i dirigenti delle istituzioni scolastiche interessate a favorire la conoscenza dell’iniziativa, attraverso la più ampia diffusione del bando e della presente circolare, e ad incoraggiare la partecipazione di insegnanti e studenti a tale importante progetto di educazione civica e di crescita culturale e civile.