Friedrich Engels (1820-1895)

Economista, filosofo e politico, Engels non disdegnò di scrivere di questioni militari, il che lo portò a occuparsi brevemente, in due distinti scritti minori dei primi mesi del 1859. In quel periodo burrascoso per l’Italia e l’Europa, a pochi giorni dallo scoppio della Seconda Guerra di indipendenza, Engels viveva a Manchester, lavorando nell’azienda paterna e aiutando economicamente l’amico Karl Marx.

“Alla confluenza del Tanaro e della Bormida, otto miglia a monte della confluenza di quest’ultima con il Po, si trova Alessandria, la migliore fortezza del Piemonte, che ora sta diventando il punto centrale di un vasto campo trincerato, e copre l’ala meridionale, o destra, della posizione. Le due città distano l’una dall’altra sedici miglia, e il Po scorre parallelamente alla strada che le unisce, ad una distanza di cinque o sei miglia.

L’ala sinistra di un esercito schierato su questa posizione è coperta in primo luogo dalla Sesia, e quindi da Casale e dal Po; l’ala destra è coperta da Alessandria e dai fiumi Orba, Bormida, Belbo e Tanaro, che confluiscono tutti nei pressi di Alessandria. Il fronte (la prima linea) è coperto dall’ansa del Po. (…)

Ma la posizione di Casale e di Alessandria offre un punto debole: essa manca di profondità e le sue retrovie sono completamente scoperte. Gli austriaci, tra il Mincio e l’Adige, hanno un quadrilatero protetto da quattro fortezze, una in ciascun angolo; sul Po e sulla Bormida i piemontesi hanno una linea con due fortezze su ciascun fianco ed un fronte ben difeso, ma le loro retrovie sono completamente scoperte.

Ora, aggirare Alessandria dal sud sarebbe azzardato e relativamente inutile; ma Casale può essere aggirata dal nord, se non da Vercelli, almeno da Sesto Calende, Novara, Biella, Santhià e Crescentino; e se un esercito numericamente superiore passasse il Po, a monte di Casale, e attaccasse a tergo i piemontesi, questi sarebbero immediatamente costretti a rinunciare ai vantaggi di una posizione solidamente trincerata, e a combattere in campo aperto. Sarebbe questa la contropartita di Marengo, benché sull’opposta sponda della Bormida. (…)”

F. Engels, Probabilità della guerra imminente 
(articolo di fondo pubblicato sulla New York Daily Tribune del 17 marzo 1859)

“Ancor più del Belgio, l’Italia settentrionale è da secoli il campo di battaglia sul quale tedeschi e francesi hanno combattuto le guerre chi li hanno visti di fronte. Il possesso del Belgio e della valle del Po è, per chi attacca, la condizione necessaria sia per un’invasione tedesca della Francia, sia per un’invasione francese della Germania: soltanto questo possesso rende completamente sicuri i fianchi e le spalle dell’invasore. Soltanto il caso di una neutralità assolutamente certa di questi paesi potrebbe costituire un’eccezione; e ciò fino ad ora non si e verificato. (…)

In Piemonte, un miglio sotto Casale, il Po piega il suo corso, fin qui volto ad est, scorre per tre miglia buone in direzione sud-sud-est, poi volta di nuovo verso est. Nella curva settentrionale confluisce da nord la Sesia, in quella meridionale, da sud-ovest, la Bormida.

Con questa si uniscono immediatamente prima della confluenza, proprio vicino ad Alessandria, il Tanaro, l’Orba e il Belbo, formando un insieme di linee fluviali confluenti a raggiera verso un punto centrale, il cui punto d’incrocio principale è protetto dal campo trincerato di Alessandria. (…)

L’importanza di questa posizione per la difesa del Piemonte da attacchi provenienti da oriente era stata già riconosciuta da Napoleone, che di conseguenza aveva fatto nuovamente fortificare Alessandria. Gli avvenimenti del 1814 non confermarono la forza difensiva del luogo: quanto esso valga oggi, avremo forse presto occasione di vedere. (…)

F.Engels, Po e Reno – tratto da un opuscolo pubblicato a Berlino nell’aprile 1859