Concorso regionale di storia contemporanea 2008/2009

1 September 2010

Come ormai da molti anni, anche in quest’anno scolastico 2008-2009 il Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana del Consiglio Regionale del Piemonte, in collaborazione con le Amministrazioni provinciali, l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e il Ministero dell’Istruzione, ha promosso il Concorso regionale di Storia contemporanea, destinato agli studenti delle scuole secondarie di II grado (cfr. Circolare del Consiglio Regionale del Piemonte, 0035094/DB0103, 4 agosto 2008)

Il concorso, che si avvale da sempre della collaborazione e della consulenza scientifica della rete regionale degli Istituti Storici della Resistenza e della Società Contemporanea, prevede lo svolgimento di una ricerca su temi di storia contemporanea.

Gli studenti, autori delle ricerche giudicate più meritevoli, insieme ai docenti che hanno seguito il loro lavoro, vengono premiati con viaggi-studio aventi come meta luoghi della memoria significativi in Italia e in Europa.

Anche quest’anno, in base alla collaborazione tra gli Istituti storici, l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e il Consiglio Regionale del Piemonte, al concorso si affianca una proposta formativa rivolta ai docenti e agli studenti che partecipano al concorso, sia per sostenerli nella ricerca, sia per prepararli al viaggio-studio nei luoghi della memoria.

Quest’attività di formazione si affiancherà alla tradizionale attività di consulenza scientifica e di servizio bibliotecario e archivistico che gli Istituti Storici forniscono a studenti e docenti.

In provincia di Alessandria la proposta formativa (dieci incontri di tre ore ciascuno) avverrà secondo il seguente calendario:

I Parte: Lo sviluppo e la redazione della ricerca

  • 1 ottobre: Introduzione ai temi di quest’anno – Ennio Morgavi, docente, Itis Ciampini, più volte vincitore del concorso;
  • 8 ottobre: Traccia 1 (Letteratura e Resistenza) – Delmo Maestri, Presidente della società alessandrina di Italianistica;
  • 15 ottobre: Traccia 2 (Missioni umanitarie e Onu) – Massimo Carcione e Mauro Bonelli, Isral;
  • 20 ottobre Traccia 3 ( I paesi Baltici e la Shoà) – prof.ssa Antonella Ferraris, Sezione didattica Isral;
  • 5 novembre Traccia 4 ( Il terrorismo) – dott. Cesare Manganelli, Isral;
  • 19 novembre Come sviluppare la ricerca: elementi metodologici – prof. Beppe Rinaldi, Sezione didattica, Isral.

II Parte: I viaggi della Memoria

  • 11 febbraio: I campi di sterminio – prof. Bonelli, Sezione didattica Isral;
  • 18 febbraio: La Bosnia – prof. Massimo Cellerino, Sezione didattica Isral;
  • 25 febbraio: I luoghi di memoria in Italia – prof.ssa Antonella Ferraris, Sezione didattica Isral.

III Parte

Resoconto dell’esperienza del viaggio da parte degli studenti vincitori (data da stabilirsi in seguito)

Concorso regionale di Storia Contemporanea

  Il concorso Il Concorso di storia contemporanea promosso dal Consiglio Regionale del Piemonte da vent’anni a questa parte ha contribuito a diffondere la conoscenza della storia del Novecento nelle scuole superiori, ed ha anche spinto migliaia di studenti a fare ricerca storica sotto la guida dei loro insegnanti, integrando lo studio del libro di testo. Gli Istituti Storici della Resistenza hanno sostenuto i lavori dei ragazzi e dei loro professori con incontri, conferenze, consulenze archivistiche e bibliotecarie, e con la presenza, quando richiesto, dei loro esperti in ricerca e in didattica. A partire dall’anno scolastico 2007-08, grazie ad un accordo tra il Comitato del Consiglio Regionale, l’Ufficio Scolastico Regionale e gli Istituti Storici della resistenza del Piemonte, si è introdotto un nuovo strumento: un modulo di formazione che copre tutti gli aspetti del concorso. Il primo incontro introduttivo serve a delineare le tematiche presenti nei temi proposti e la metodologia generale del lavoro di ricerca in gruppo nell’ambito scolastico. Il primo blocco di incontri successivi consiste in una serie di relazioni sui singoli temi oggetto delle ricerche, tenute da esperti che approfondiscono gli argomenti e forniscono indicazioni su come si svolge una ricerca in dettaglio, comprendendo anche gli eventuali aspetti multimediali. Il secondo blocco di incontri è dedicato ai viaggi che costituiscono la tappa finale del progetto-concorso. I luoghi della memoria vengono introdotti e presentati ai docenti e a tutti gli studenti partecipanti. Un ultimo incontro permette di condividere le esperienze degli studenti vincitori. Le attività sul territorio regionale sono coordinate dalle Province con l’apporto degli Istituti Storici; l’ISRAL agisce come coordinatore di tutte le attività di formazione su scala regionale. Caratteristica peculiare del progetto è che il “premio” non è solo una “ricompensa” del lavoro, ma è una tappa (certo la più emotivamente significativa) del percorso di studio e ricerca. I viaggi sui luoghi della sofferenza e della lotta, la presenza come accompagnatori di testimoni di quegli anni, costituiscono un surplus educativo che nessuno studente dimenticherà. I giovani hanno percorso i prati deserti dei campi di sterminio nazisti, sono entrati nella camera a gas di Mauthausen, hanno toccato gli stalli a tre pieni dove dormivano i deportati, hanno visitato i luoghi legati alle stragi fasciste in Italia come le Fosse Ardeatine, Marzabotto, la Risiera di San Sabba, hanno conosciuto i grandi cimiteri di guerra dello sbarco alleato in Normandia, sono stati nei campi dell’umiliazione, della fame e della morte che ben più recentemente hanno insanguinato le terre dell’ex Jugoslavia. Anche quest’anno ci auguriamo che siano in tanti ad impegnarsi in questo lavoro così appassionante e formativo. Dalla storia insegnata ai viaggi della memoria Il Concorso di storia contemporanea indetto dal Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione della Regione Piemonte con la collaborazione della Provincia di Alessandria è un progetto molto efficace: pone al centro gli studenti che hanno condotto validi lavori di ricerca storica, li conduce sui luoghi della memoria, li mette in contatto con storici, scrittori, giornalisti, testimoni del tempo. La storia insegnata sui libri diventa non solo ricerca, ma emozione e vita. In questi anni, insieme con il mio collega Angelo Russo, informatico con la passione della storia, ho accompagnato sui luoghi teatro di grandi e tragici eventi del secolo breve circa una settantina di alunno della mia scuola, raccogliendo il testimone dal collega ed amico Pino Grassano, che ne aveva accompagnati almeno altrettanti nel decennio precedente. E’ proprio così: la memoria del ‘900 è come un grido, un urlo che ti penetra dentro, ti chiama a seguirla. Le difficoltà burocratiche e le scartoffie dei Dirigenti Scolastici, i colleghi che rivendicano la priorità per le materie di indirizzo, perché “ la storia a che cosa serve?”, il tempo che è sempre troppo poco e “ …attenti che quest’anno c’è l’esame”, la stanchezza: gli unici sempre disponibili, sempre pronti a dare il massimo sono i ragazzi. Per questo, anche se lasci, anche se ti senti troppo stanco, ci sarà sempre qualcuno che raccoglie la fiaccola, ci saranno sempre ragazzi che vogliono sapere, che vogliono capire. In questi anni sono stato ad Auschwitz- Birkenau, a Mauthausen, a Ravensbruck, a Sachsenhausen, a Berlino, a Corfù, a Cefalonia, in Normandia; ho conosciuti testimoni della guerra, della lotta di liberazione, dei Lager, come Giuseppe Ansaldi, Natalino Pia, Pio Bigo, Quinto Osano, Anna Cerchi, Ferruccio Baruffi, Marcello Martini…. da questi viaggi ho ricavato molto, ma ho cercato di condensare le tante emozioni in questi brevi ricordi in libertà. Ravensbruck 2005. Il ragazzo si è fermato. Guarda. L’anno scorso aveva il cranio rasato, rasato con tre tagli verticali il sopracciglio destro. Ora non più. Il ragazzo guarda la statua della donna di Ravensbruck. Il ragazzo si è fermato colpito da un cazzotto allo stomaco. Guarda il lago del silenzio ove sono state disperse le ceneri di migliaia di donne. Passate per il camino…Il ragazzo sente la voce di Anna Cerchi, della povera Anna Cerchi, sente il racconto dei denti strappati, vede le celle delle torture, lo staffile delle punizioni. Il ragazzo è uno dei miei ragazzi che hanno lavorato nelle ricerche storiche e ora è lì, vede, sente, divora le cose che non dimenticherà. Perché questo a Ravensbruck è uno dei viaggi della memoria e la memoria ti entra dentro, nelle ossa, nello stomaco, nel cuore e tu non puoi farci niente, niente, non ti lascerà più. Cefalonia 2002. Il pullman lascia le spiagge e attraversa l’isola montuosa. “ Banditi della Acqui in alto il cuore: sui monti di Cefalonia sta il tricolore.” Abbiamo visto la fossa dei fucilati. L’ amico Giuseppe Ansaldi di Novi, scampato al massacro, piange: non era più tornato nell’isola. ” Ci mettevano in fila vicino al burrone dove oggi c’è il monumento ai caduti. Al di sotto vi era la fossa nella quale facevano cadere i corpi. Persero la vita tanti, troppi giovani. Il mio reggimento, il n° 317, era formato interamente da ragazzi di 19 anni, gli unici più anziani erano quelli del 33° Artiglieria e del 17°-18° Fanteria. Anch’io sono stato sul punto di morire, se non che al momento dell’esecuzione arrivò un Maresciallo tedesco che fermò la fucilazione, contò fino a dieci, io ero il quinto, e ci tirò fuori. Non si possono descrivere le sensazioni davanti alla morte, in quei momenti non si aveva più sangue da far scorrere nelle vene, veder cadere morti i compagni che hai nel cuore e saper che tra un secondo una pallottola metterà fine alla tua esistenza…” Ora sull’aliscafo che torna verso Corfù, Marcello Venturi narra il suo” Bandiera bianca a Cefalonia”. I ragazzi ascoltano. E io vedo al di là dello stretto le bianche scogliere di Lefkadi, Santa Maura, dove mio padre, sergente di fanteria, dopo l’8 settembre, fu catturato dai tedeschi e avviato in Germania. Il suo colonnello Ottalevi e altri ufficiali, fucilati. E le parole del vecchio racconto udito da bambino tante volte diventano reali, diventano mare e montagne, diventano divise grigioverde, diventano carne e sudore e paura. Perché questo a Cefalonia è un viaggio della memoria e i luoghi della memoria risvegliano tante cose che credevi perdute, ma si erano solo smarrite nei meandri della mente e del cuore. Birkenau 2003. La ragazza tace. E’ timida la ragazza, con i capelli biondi e gli occhiali da sole sulla fronte.In aereo non è voluta stare vicino al finestrino perché non aveva mai volato, mi ha chiesto di tenerle la mano durante il decollo perché aveva paura.La ragazza ha osservato, in silenzio: i capelli dei deportati, le valigie, i barattoli di Cyclon B, il binario, le baracche, le rovine delle camere a gas, i camini. Arbeit macht frei. La ragazza pensa. “…la tua scienza esatta persuasa allo sterminio…”Poi si avvicina, timida, al povero Quinto Osano, al poeta Osano testimone del tempo, e, timida, lo abbraccia.” Quante volte ti ho guardato,/ sempre uguale, sempre fumante,/ nelle notti buie, in quelle chiare,/ nei giorni bui senza fine. / Come ti ho odiato/ camino maledetto,/ quante madri hanno aspettato invano,/ quante vedove hai fatto,/ quanti orfani hai lasciato. /” Perché questo ad Auschwitz – Birkenau è un viaggio della memoria e la memoria ti rende diverso, più forte. La ragazza è una dei miei studenti, che ci siamo innamorati di queste storie, che ci siamo innamorati della Storia. Vienna – Mauthausen 2007. Francesca mi dice: “ Prof., erano due anni che aspettavo di fare il concorso di storia: me l’ha detto mio fratello più grande che l’aveva fatto con il prof. Grassano.” I ragazzi ricordano. E poi, come il fratello di Francesca, raccontano, raccontano agli altri, ai compagni, agli amici. Raccontano anche ai grandi, perché bisogna aver visto per capire. I ragazzi ricordano. Forse, avranno anche imparato che di fronte al male si può sempre dire un sì o un no. Il catalogo Nel catalogare gli elaborati del Concorso Regionale di Storia si è dovuto tener conto di due problemi, che hanno portato alla strutturazione di una scheda di rilevazione che rispondesse nel modo più pieno alle finalità per cui è nato questo progetto di catalogazione. Il primo problema era dato dalla natura stessa del materiale: elaborati non destinati alla pubblicazione, riprodotti in poche o in una sola copia (quel che in biblioteconomia si definisce “letteratura grigia”). Il secondo deriva appunto dalla finalità di questo catalogo, che si propone di rendere conto del lavoro didattico, a volte molto complesso e ogni volta differente, di cui l'elaborato è solo la tappa finale. Il gruppo di lavoro, composto, oltre che da chi scrive, da Gian Piero Armano, Graziella Gaballo, Giuseppe Grassano, Ennio Morgavi, Anna Sveva Musso e Luciana Ziruolo, ha affrontato e dibattuto questi problemi in una serie di incontri, arrivando alle seguenti conclusioni. Per ogni lavoro si è approntata una scheda flessibile, per l'elaborazione della quale lo standard internazionale ISBD ha rappresentato una semplice traccia, sulla quale strutturare uno strumento di lavoro il più possibile funzionale alle finalità del catalogo. La scheda si presenta divisa in due parti: la prima contiene gli elementi formali presenti in ogni comune catalogo, vale a dire il titolo, gli autori, la descrizione fisica (tutt'altro che secondaria, dato che molti lavori sono su supporto multimediale) con due significative differenze, vale a dire l'indicazione dei coordinatori, cioè degli insegnanti che hanno guidato gli allievi nel loro percorso, e quella della scuola. L'inserimento di quest'ultimo campo ha anche una ragione strettamente pratica: l'informazione relativa alla scuola è infatti praticamente l'unica che compare su tutti gli elaborati, a dimostrazione dell'estrema varietà del materiale con cui il gruppo di lavoro si è confrontato. Ma molto più significativa e qualificante è la seconda parte della scheda, la quale accoglie alcuni campi che sono stati studiati per mettere in luce, per ogni elaborato, il percorso metodologico, le scelte didattiche e infine il contenuto frutto di quello e di queste. Si è pensato così, prima di tutto, di introdurre un campo abstract, nel quale si cerca di sintetizzare il contenuto dell'elaborato. Ma questo campo non era ancora sufficiente a rendere conto del lavoro preparatorio che a quel contenuto, come dicevo, aveva portato. Si sono così aggiunti i campi Premessa metodologica e Bibliografia/Sitografia, che danno conto della presenza o meno di un consapevole progetto di ricerca, e delle fonti utilizzate. Ma ancora più significativi in tal senso sono i campi Appendice documentaria e Fonti inedite, che riflettono il grado di utilizzo delle fonti all'interno del lavoro. In molti elaborati infatti, come il lettore avrà modo di verificare scorrendo il catalogo, le fonti non sono solo usate come canovaccio su cui costruire il discorso, ma sono concretamente inserite nella loro integrità in un'appendice, che può anche contenere fonti inedite, frutto dunque di un lavoro di ricerca molto più complesso affrontato dai ragazzi, che si sono cimentati veramente in molti casi col “mestiere di storico”. Un'ultima considerazione sulle 5 aree tematiche in cui si suddivide il catalogo. Esse sono nate da un lavoro di catalogazione semantica (o, come comunemente si dice, di “soggettazione”) svolto dal gruppo di lavoro sugli elaborati. In sostanza, alla scheda è stato aggiunto un campo Tema nel quale si sintetizzava ulteriormente, sulla base dell'abstract, il contenuto dell'elaborato. Ciò ha consentito, ultimato il lavoro di schedatura, di costruire quella suddivisione tematica che costituisce l'impalcatura del lavoro. Come si vede infatti, i lavori sono suddivisi nelle cinque aree tematiche Shoah, Resistenza, Storia delle donne, Confine orientale, Totalitarismo, Diritti umani, e all'interno di ogni area ulteriormente suddivisi per anno scolastico. Il gruppo di lavoro ha ritenuto questa struttura la più idonea a dare conto dell'allargamento dell'interesse, nel corso degli anni, dal tema concentrazionario ad altri temi di storia contemporanea. Come si vede da queste note introduttive, si è trattato di un lavoro complesso, dai non pochi nodi problematici, e certo le scelte fatte, come ogni scelta, privilegiando alcuni aspetti hanno rischiato di lasciarne in ombra altri non meno importanti, come per esempio la graduatoria dei lavori. Tuttavia credo che una traccia significativa della complessità e ricchezza del lavoro intellettuale degli studenti delle scuole della provincia sia rimasta nelle pagine di questo catalogo.                                                                         Direzione Generale          Ministero della Pubblica                                                  Ufficio Scolastico Regionale               Istruzione                                                                        per il Piemonte                  Direzione Istruzione                                                                                               Formazione Professionale e Lavoro